Marcello Foa incassa l'ok a maggioranza del cda della Rai, che alla sua prima riunione lo nomina presidente, ma si prepara alla probabile bocciatura in Vigilanza: con Forza Italia schierata sulla linea del no con Pd e Leu, salvo sorprese dell'ultimo minuto, vengono a mancare i due terzi (27 voti su 40) necessari per dare efficacia alla nomina.
Non a caso, in attesa del verdetto di San Macuto, la riunione del consiglio è stata aggiornata a domani alle 14.30: Foa avrà così il tempo necessario per riflettere sulla pronuncia della bicamerale ed eventualmente trarne le conseguenze. Nella riunione di insediamento, il consiglio dà il via libera a Foa presidente (che si alza al momento del voto) con quattro voti a favore (quelli di Beatrice Coletti, M5S, Igor De Biasio, Lega, Gianpaolo Rossi, Fdi, e Fabrizio Salini, anch'egli come Foa scelto dal governo), il no di Rita Borioni (in quota Pd) e l'astensione di Riccardo Laganà, il consigliere eletto dai dipendenti di Viale Mazzini.
Il cda nomina anche Salini amministratore delegato, figura centrale nella nuova Rai disegnata dalla riforma Renzi, con cinque sì (astenuti Borioni e Laganà). "La Rai è una risorsa per il Paese e non solo per l'informazione, risorsa che va onorata e difesa nell'interesse esclusivo dei cittadini. Le logiche della partitocrazia sono estranee ai miei valori e alla mia cultura che, invece, contemplano un solo impegno incrollabile: quello nei confronti di un giornalismo libero, trasparente e intellettualmente onesto, senza pregiudizi ideologici", commenta Foa, che in cda si sarebbe anche lamentato delle critiche e dei sospetti di simpatie sovraniste piovuti su di lui in questi giorni, sottolineando di non essersi "mai occupato di politica". E garantisce il suo impegno per "un'informazione di servizio pubblico che sia autorevole, indipendente e autenticamente pluralista".
La commissione di Vigilanza si esprimerà a scrutinio segreto. La maggioranza giallo-verde può contare sulla carta su 21 voti (14 del Movimento Cinque Stelle e 7 della Lega), più 2 di Fratelli d'Italia, che non bastano, dunque, a ratificare la nomina del presidente. L'indicazione per i parlamentari azzurri è infatti votare contro: se Foa sarà bocciato, Forza Italia su aspetta un altro nome dal ministro del Tesoro Tria, questa volta però 'concordato'.
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