"Un dolore sordo per la morte di Paolo
Villaggio, il mio primo pensiero è stato "macchè morto, sono
balle...". Ho provato lo stesso dolore quando morì Alberto
Sordi, sto parlando di due "ultraitaliani". Sordi e Villaggio
hanno mostrato il nostro peggio, e per questo avvertiamo un
dolore così intenso: nel rappresentarci davano la sensazione di
capirci. Eppure erano assolutamente agli opposti: nei personaggi
di Sordi era facile identificarsi in quanto italiani". Lo
afferma in un post sul blog Beppe Grillo.
"Cosa abbiamo perso oggi? Un grande artista che ci
rappresentava come tante dualità: esseri che seguono la corrente
contorcendosi e che si ribellano all'improvviso, ma senza
speranze, contro il padrone drogato di cinema d'essai nella
oramai mitologica e sintetica critica alla Corazzata Potemkin
che è "una cagata pazzesca!". Un'originalità nel tratteggiarci
che lo ha reso una stella, capace di recitare come per
ispirazione ultraterrena", scrive Grillo, genovese proprio come
Villaggio.
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