Per ricordare ed onorare il contributo dato dalle prime 10 donne sindaco elette 70 anni fa, nei loro comuni sarà presente una targa celebrativa della Presidenza del Consiglio consegnata oggi dal Sottosegretario Luca Lotti durante una cerimonia nel corso della quale i sindaci di oggi dei 10 centri hanno ricevuto questa significativa "eredità". "Onorare e ricordare affinché nel nostro Paese non si dimentichi cosa è stato. E cioè che quello del 1946 non fu solo il primo voto amministrativo ma che 10 donne furono subito elette. Oggi è normale che ci siano molte donne sindaco ma allora non era così per questo ricordiamo sperando che questo atto abbracci metaforicamente tutte le donne d'Italia", ha detto Lotti che coordina la Struttura di Missione per gli anniversari di interesse nazionale.
Quell'appuntamento amministrativo anticipò di poco la straordinaria partecipazione femminile al voto del 2 giugno 1946 in cui tutti i cittadini italiani maggiorenni furono chiamati a scegliere tra Monarchia e Repubblica. In precedenza Franco Marini, che guida il Comitato storico-scintifico per gli anniversari di interesse nazionale, aveva ricordato che le donne italiane sono "venute fuori nella famiglia e nella società attraversando le prove di due guerre mondiali; hanno tenuto in piedi la nostra nazione raccogliendo nel 1946 il frutto di queste prove e dando respiro alla nostra democrazia". L'ex senatrice Marisa Rodano ha ricordato la emozionante innovazione delle 10 elette di 70 anni fa ma anche che "ancora oggi si guarda il pelo nell'uovo solo quando è una donna ad occupare posti di responsabilità". Per ricordare il lungo e faticoso cammino delle donne nella conquista dei loro diritti, sono anche intervenute la storica Patrizia Gabrielli e la direttrice di Rai Cultura Silvia Calandrelli. Sulla targa che ora campeggerà nei comuni di Borgosatollo, Borutta, Fanano, Massa Fermana, Orune, Roccantica, San Sosti, Spello, Tropea e Veronella, è riportata una frase di Filomena Delli Castelli, che fu una delle 21 donne elette alla Costituente: "Eravamo consapevoli che il voto alle donne costituiva una tappa fondamentale della grande rivoluzione italiana del dopoguerra. Avevamo finalmente potuto votare e far eleggere le donne. E non saremmo più state considerate solo casalinghe o lavoratrici senza voce ma fautrici a pieno titolo della nuova politica italiana".
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