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Corruzione: Davigo, whistleblowing è fumo negli occhi

Corruzione: Davigo, whistleblowing è fumo negli occhi

Presidente dell'Anm torna a criticare le norme sull'Anac e il codice degli appalti

MILANO, 16 giugno 2016, 16:38

Redazione ANSA

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Piercamillo Davigo - RIPRODUZIONE RISERVATA

Piercamillo Davigo - RIPRODUZIONE RISERVATA
Piercamillo Davigo - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il 'whistleblowing', l'istituto che tutela i dipendenti che segnalano i reati, previsto nel piano anticorruzione dell'Anac e materia di una proposta di legge passata alla Camera, "è una cosa stucchevole" e "fumo negli occhi". Lo ha detto il presidente dell'Anm Piercamillo Davigo intervenendo ad un convegno sul contrasto alla corruzione organizzato dal Centro studi Antiriciclaggio e Anticorruzione con la collaborazione del Comune di Milano. I dipendenti pubblici, ha aggiunto Davigo, hanno già "l'obbligo di denuncia". Per Davigo, "il 'fischiatore' è una cosa stucchevole, perché se parliamo di dipendenti pubblici questi hanno l'obbligo di denuncia".

Per il presidente dell'Anm, dunque, l'istituto del 'whistleblowing', introdotto per contrastare la corruzione, non serve. "Stiamo parlando del nulla - ha chiarito Davigo, presidente di sezione della Cassazione ed ex pm del pool 'Mani pulite' - tutto questo si può sintetizzare come fumo negli occhi".

Non solo, Davigo va all'attacco anche del codice degli applti voluto dall'Anac.  "Il legislatore, ma anche i mezzi di informazione, raccontano ai cittadini italiani cose sbagliate sulla corruzione, sugli appalti e sui fondi neri e sulla base di queste cose sbagliate si fanno norme che nell'ipotesi migliore non servono a niente e in quella peggiore creano danni". Lo ha affermato il presidente dell'Anm Piercamillo Davigo intervenendo stamani a Milano a un convegno sul contrasto alla corruzione. Nel corso del suo intervento Davigo, come aveva già fatto nei giorni scorsi, è tornato a parlare dell'inutilità del nuovo Codice degli appalti. "Scrivere norme sul Codice degli appalti non serve a niente per curare la malattia", che è la corruzione. Per Davigo "pensare di affrontare" la piaga della corruzione "con nuove norme sugli appalti" è inutile. "Che senso ha poi aumentare le pene se non si scoprono i corrotti e i corruttori?" si è chiesto ancora l' ex pm del pool 'Mani pulite', il quale è tornato anche a ribadire che "non servono a molto le autorità amministrative" per il contrasto alla corruzione "perché ad esempio non possono fare intercettazioni".

La replica di Orlando - "Davigo afferma spesso che l'aumento delle pene contro la corruzione non è sufficiente. Sono d'accordo con lui e per questo lo invito a dire se giudica utili o dannosi gli altri interventi che abbiamo fatto su questo fronte". Così il ministro della Giustizia Andrea Orlando rispondendo ad una domanda sulle dichiarazioni del presidente dell'Anm Piercamillo Davigo. Il ministro ha enumerato le misure predisposte nei mesi scorsi quali "la reintroduzione di una effettiva sanzione per il falso in bilancio, l'introduzione del reato di auto-riciclaggio, l'estensione della responsabilità del funzionario pubblico all'incaricato di pubblico servizio, lo sconto di pena per chi collabora nelle indagini sulla corruzione. Questi sono interventi - ha detto - presenti nella legge anticorruzione. Vorrei sapere se Davigo li ritiene utili o dannosi". 

 


   

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