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Rai: Vespa si difende, da Cei mi aspettavo più cautela

Rai: Vespa si difende, da Cei mi aspettavo più cautela

'Non c'è caso liberatoria'. Saviano, 'non ha decodificato Riina'

ROMA, 28 aprile 2016, 12:20

Redazione ANSA

ANSACheck

(Il lancio ANSA DEL 9 APRILE)


"Da una personalità come monsignor Galantino mi sarei aspettato maggiore cautela". Il giorno dopo le critiche del segretario generale della Cei alla discussa puntata di Porta a Porta con Riina jr (servono "giornalisti intelligenti, non inginocchiati"), Bruno Vespa si dice "stupito" e replica: monsignor Galantino sostiene che "non verrebbe a sedersi su quella sedia. Su quella sedia non si è seduto nemmeno Salvo Riina perché è stato intervistato a Padova. Insomma, se un sacerdote decide di scomunicare un peccatore, almeno dovrebbe conoscere i peccati". Il giornalista incassa però il sarcasmo di Beppe Grillo: "L'intervista ha messo in crisi tutti i figli dei mafiosi: pensate al figlio di Messina Denaro, sgridato da padre per non essere andato anche lui in tv". E le critiche di Roberto Saviano: "Il non detto di quell'intervista, di cui penso che Vespa non si sia neanche accorto, è gravido di informazioni che Riina Jr ha dato a chi deve capire", dice l'autore di Gomorra a Tv Talk. Il figlio del 'Capo dei capi' "ha voluto parlare a pezzi della vecchia Cosa Nostra, a pezzi della società dell'antimafia, a pezzi della nuova mafia e anche a un pezzo di Stato che avrà capito benissimo cosa voleva dire". Riina jr, insiste lo scrittore, "ha fatto capire che la vecchia mafia, con i codici e le regole di una volta, non esiste più. Ma rivendica che la loro era la vera mafia".

Prima in una lettera aperta al Corriere della Sera, poi nell'intervento a un seminario a Taranto, Vespa ribadisce oggi il suo punto di vista: "Tutti i capi mafia sono stati intervistati. Biagi ha intervistato Luciano Liggio e Sindona.  Joe Marrazzo ha intervistato Piromalli e Cutolo. Non hanno risparmiato nessuno". Il conduttore di Porta a Porta prova a minimizzare anche la questione della liberatoria, firmata da Salvo Riina dopo l'intervista e non prima, come normalmente accade. "Tutti firmano la liberatoria prima perché noi facciamo una 'diretta differita'. Nel caso di un'intervista registrata io teoricamente potrei fare dei tagli, ma è andata in onda l'intervista integrale. Come gli avvocati hanno rivisto parola per parola le interviste al Corriere della Sera e a Oggi prima di dare l'autorizzazione, lui che veniva per la prima volta in tv ha chiesto di rivedere quello che aveva detto". Le modalità con cui è stata concessa la liberatoria restano comunque uno degli aspetti dell'ospitata del figlio del boss di Cosa Nostra su cui vuole fare chiarezza la commissione di Vigilanza: mercoledì sono attesi a San Macuto non solo il direttore di Rai1, Andrea Fabiano, ma anche il direttore editoriale Carlo Verdelli che ha dato il suo via libera alla messa in onda.

Tra il coordinatore dell'offerta informativa e la presidente Monica Maggioni (che in commissione Antimafia ha definito "insopportabili" molti contenuti del racconto di Riina jr), non c'è alcuno scontro in atto, ci tiene a precisare Viale Mazzini: il loro rapporto "è assolutamente solido, leale e collaborativo". I vertici dell'azienda restano comunque convinti che sia mancato il confronto preventivo su un tema così delicato. Di qui la decisione, annunciata dal dg Antonio Campo Dall'Orto, di avviare da settembre una supervisione a priori sui contenuti giornalistici, che ne garantisca la coerenza - anche nei programmi di infotainment - con il servizio pubblico. Con i nuovi palinsesti non si escludono modifiche nei talk show, né è detto che Porta a porta abbia lo stesso spazio di oggi. Prima ancora, però, entro la pausa estiva, potrebbero arrivare gli avvicendamenti alla guida dei tg, destinati ad avere ognuno una diversa mission, con una ridefinizione delle varie edizioni.

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