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Libia: vertice a Roma per l'intesa, Italia in prima linea

Libia: vertice a Roma per l'intesa, Italia in prima linea

Presenti Kerry e l'inviato dell'Onu

ROMA, 13 dicembre 2015, 11:10

Redazione ANSA

ANSACheck

Paolo Gentiloni - RIPRODUZIONE RISERVATA

Paolo Gentiloni - RIPRODUZIONE RISERVATA
Paolo Gentiloni - RIPRODUZIONE RISERVATA

(di Luca Mirone)

       La diplomazia internazionale si riunisce oggi a Roma per dare un impulso, si spera definitivo, alla nascita di un governo di unità nazionale libico che faccia fronte all'avanzata dell'Isis, con la firma tra le parti attesa il 16 dicembre.
      La conferenza internazionale sulla Libia, che si svolgerà alla Farnesina, è stata promossa da Italia, Stati Uniti e Onu per "mettere intorno ad un tavolo potenze regionali con interessi contrapposti" sulla scia del modello che ha portato importanti risultati a Vienna per il dossier siriano, per "dimostrare che la diplomazia è più veloce del terrorismo", ha sottolineato il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. Il punto di partenza è l'intesa raggiunta ieri a Tunisi tra Tobruk e Tripoli, alla presenza dell'inviato dell'Onu Martin Kobler, che prevede la firma sul nuovo governo il 16 dicembre.
    Alla conferenza di Roma, i capi delle diplomazie - a partire dall'americano John Kerry  - metteranno a punto i dettagli e solleciteranno le parti a chiudere secondo i tempi stabiliti. I colloqui permetteranno anche di elaborare un primo scenario sul futuro del Paese. In questo senso l'Italia - a governo insediato e con un mandato Onu - si candida a guidare una missione di assistenza e formazione a supporto della stabilizzazione.
    Alla Farnesina la delegazione di Tobruk sarà composta da Emhmed Shueib, vicepresidente e capo delegazione dei negoziatori, e i parlamentari Salah Hamma e Suliman Snekeir. Tripoli sarà rappresentata invece da Salah Makhzom, secondo vicepresidente del Parlamento (Gnc) e capo delegazione dei negoziatori, e dal parlamentare Abdulbasit Ighzit.                                                                       A Roma in queste ore è presente però anche l'opposizione all'accordo sotto l'egida dell'Onu. Il primo vicepresidente del Gnc di Tripoli, Awad Abdulsadiq, ed il presidente del comitato di conciliazione del Parlamento di Tobruk (Hor), Ibrahim Ammesh, hanno detto all'ANSA che l'unica intesa valida è quella siglata a Tunisi il 5 dicembre scorso, "riconosciuta dal governo tunisino", che prevede la creazione di un governo entro due settimane ed il ritorno alla Costituzione libica originaria. Ogni risultato della Conferenza di Roma, hanno avvertito gli esponenti delle due correnti minoritarie di Tobruk e Tripoli, non sarà riconosciuto. Da Malta, inoltre, è arrivata la notizia che Tobruk ha annullato un previsto incontro con Tripoli: un'ulteriore dimostrazione che la partita è tutt'altro che conclusa.                                                            In ogni caso, l'obiettivo della diplomazia internazionale è fare presto, per allontanare la minaccia dell'Isis, che si è pericolosamente affacciato a Sabrata, sede di un sito archeologico patrimonio dell'umanità Unesco. L'annuncio di una 'presa' della città però, secondo il ministro Gentiloni, sarebbe solo "un'operazione di propaganda". Di certo, preoccupano i piani dei jihadisti di colpire i centri petroliferi del Paese, ad est di Sirte, che secondo l'intelligence occidentale potrebbe diventare la nuova 'capitale' dello Stato islamico, proprio a due passi dall'Europa.

   

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