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Rai: talk sul banco degli imputati, Grillo contro Ballarò

Rai: talk sul banco degli imputati, Grillo contro Ballarò

Brunetta, 'nuove regole'. Fratoianni, 'attacco preoccupante'

ROMA, 23 settembre 2015, 20:21

Redazione ANSA

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Giovanni Floris e Massimo Giannini - RIPRODUZIONE RISERVATA

Giovanni Floris e Massimo Giannini - RIPRODUZIONE RISERVATA
Giovanni Floris e Massimo Giannini - RIPRODUZIONE RISERVATA

"Ballarò va avanti, sicuro". Sorride il direttore di Rai3, Andrea Vianello, reduce dal seguito dell'audizione in commissione di Vigilanza Rai e all'indomani di una terza puntata del talk di Massimo Giannini ancora dagli ascolti deludenti: appena sopra il 4% e nuovamente sotto il film Rambo, come nella stoccata del premier Renzi di qualche giorno fa. "Il Pd chiama, Ballarò risponde: il M5S deve essere censurato dalla Rai per ordine del regime", affonda intanto il blog di Beppe Grillo, lamentando l'assenza dei Cinque Stelle nel servizio di ieri sulla Banca popolare di Vicenza.

"Rispetto le parole del presidente del Consiglio - dice Vianello in audizione - ma mi è spiaciuto sentirle perché in verità siamo andati sotto Rambo anche lo scorso anno. E non condivido che Ballarò racconti solo le cose brutte del paese. E' nella natura del giornalismo fare il cane da guardia e andare a cercare ciò che non funziona, senza pregiudizio". E il diretto competitor, diMartedì condotto su La7 proprio dall'ex volto di Ballarò, Giovanni Floris, non è andato meglio, anzi, sottolinea Vianello citando numeri, è come se il pubblico storico dei talk si sia diviso a metà tra i due programmi. E' dunque crisi del genere? Il fuoco in Vigilanza arriva da più parti: Maurizio Gasparri (Pdl) chiede conto "dello squilibrio di presenze e impostazione" sia a Ballarò che a Presadiretta; Renato Brunetta (Fi) parla di "editto di Rambo", chiedendo "nuovi criteri di comportamento" nei programmi di informazione della Rai.

"Un nuovo decalogo di regole? E' assurdo, l'unico indicatore di correttezza è la deontologia del giornalista", ribatte Alberto Airola (M5S). Ma c'è anche chi, invece, difende Ballarò.
"Stiamo discutendo - dice Nicola Fratoianni (Sel)- sulla base dell'affinità tra quello che accade in trasmissione e le parti politiche che sollevano un problema. Quando questo avviene da parte di chi si trova al governo è molto preoccupante". "E' stato un attacco alla Rai e a Rai3 - incalza Maurizio Rossi (Misto-Liguria Civica) - Come dobbiamo interpretare questo avvertimento?".
 

"Nessuno spirito di censura - assicura Michele Anzaldi (Pd) - solo voglia di riflessione, visto che questa edizione di Ballarò è stata presentata come un nuovo format che doveva farci uscire dalla crisi degli ascolti. Ma con numeri così bassi, i costi sono ancora favorevoli?", chiede. "Continua a essere la prima serata più economica della tv italiana - risponde Vianello - Sarebbe un errore mettere ulteriori steccati e regole": a garantire "pluralismo e obbiettività" è "la deontologia professionale del giornalista - dice -. Di certo, non andremo a cercare la spettacolarizzazione, se vista come vivacità incontrollata del dibattito. Un prodotto, però, va fatto vedere.
    Se non funziona va migliorato, ma ci penserò duemila volte prima di chiudere uno spazio di informazione. Stiamo lavorando, giudicateci nell'arco della stagione".

L'audizione di Vianello è stata "un trofeo di caccia per il Pd", chiosano i Cinque Stelle, che invitano Renzi a "fare il percorso inverso di Reagan e Schwarzenegger" e a gettarsi "nell'agone cinematografico".
   

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