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Strage Brescia: 41 anni di indagini e processi

Strage Brescia: 41 anni di indagini e processi

Nel '74 la bomba, nel '79 il primo processo, ora due ergastoli

ROMA, 19 dicembre 2017, 08:53

Redazione ANSA

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Piazza della Loggia a Brescia dopo l 'attentato del 28 maggio 1974 - RIPRODUZIONE RISERVATA

Piazza della Loggia a Brescia dopo l 'attentato del 28 maggio 1974 - RIPRODUZIONE RISERVATA
Piazza della Loggia a Brescia dopo l 'attentato del 28 maggio 1974 - RIPRODUZIONE RISERVATA

ROMA - Erano le 10.12 del 28 maggio 1974 quando in Piazza della Loggia, a Brescia, cuore del dibattito politico della città, durante una manifestazione antifascista dei sindacati una bomba provocò la morte di otto persone e il ferimento di altre 100. Da quel giorno, i magistrati bresciani non hanno mai smesso di indagare per individuare la mano che pose l'ordigno e l'ultimo processo, scaturito dalla terza inchiesta, riguarda un gruppo di ex ordinovisti veneti, già coinvolti ma poi usciti di scena nei procedimenti sulle stragi milanesi di piazza Fontana e della Questura, e il generale Francesco Delfino, il primo a indagare sull'eccidio quando era a capo del Nucleo operativo dei carabinieri. Fu proprio Delfino a indirizzare le prime indagini su un gruppo di neofascisti e di balordi bresciani imputati nel primo processo.
    Queste le tappe giudiziarie.
    2 giugno 1979 - I giudici della Corte d'assise di Brescia condannano all'ergastolo Ermanno Buzzi e a dieci anni Angelino Papa mentre assolvono gran parte delle 16 persone incriminate dal pm Francesco Trovato e dal giudice istruttore Domenico Vino o li condannano a pene inferiori ma per detenzione di esplosivi o per altri attentati.
    18 aprile 1981 - Buzzi, personaggio in bilico tra criminalità comune e neofascismo, è strangolato dai 'camerati' Mario Tuti e Pierluigi Concutelli nel supercarcere di Novara. I due motivarono l'omicidio con il fatto che Buzzi fosse "pederasta" e confidente dei carabinieri, ma il sospetto è che temessero fosse intenzionato a fare dichiarazioni nell'imminente processo d'appello.
    2 marzo 1982 - I giudici della Corte d'assise d'appello di Brescia assolvono tutti gli imputati, compreso Angelino Papa; nelle motivazioni definiranno Buzzi "un cadavere da assolvere".
    30 novembre 1984 - La Cassazione annulla la sentenza di appello e dispone un nuovo processo per Nando Ferrari, Angelino e Raffaele Papa e Marco De Amici.
    23 marzo 1984 - Il pm Michele Besson e il giudice istruttore Gian Paolo Zorzi aprono la cosiddetta 'inchiesta bis'. Imputati i neofascisti Cesare Ferri, il fotomodello Alessandro Stepanoff e Sergio Latini. La nuova pista è aperta dopo le dichiarazioni di alcuni pentiti tra cui Angelo Izzo.
    20 aprile 1985 - La Corte d'assise d'appello di Venezia, davanti alla quale è celebrato il nuovo processo di secondo grado, assolve tutti gli imputati del primo processo bresciano.
    23 maggio 1987 - I giudici di Brescia assolvono per insufficienza di prove Ferri, Latini e Stepanoff. Ferri e Latini sono assolti anche dall'omicidio di Buzzi che, secondo i pentiti, avrebbero fatto uccidere perche non parlasse.
    25 settembre 1987 - La Cassazione conferma la sentenza di assoluzione dei giudici della Corte d'appello di Venezia e pone fine alla prima inchiesta sulla strage.
    10 marzo 1989 - La Corte d'assise d'appello di Brescia assolve, questa volta con formula piena, Ferri, Stepanoff e Latini.
    13 novembre 1989 - La prima sezione della Corte di Cassazione, presieduta da Corrado Carnevale, conferma e rende definitive le assoluzioni di Ferri, Stepanoff e Latini. I primi due saranno anche risarciti per la carcerazione subita.
    23 maggio 1993 - Il giudice istruttore Gian Paolo Zorzi proscioglie gli ultimi imputati dell'inchiesta bis.
    Quello stesso anno sarebbe cominciata la terza inchiesta.
    16 novembre 2010 - I giudici della Corte d'assise di Brescia assolvono tutti i cinque imputati (Delfo Zorzi, Carlo Maria Maggi, Maurizio Tramonte, Francesco Delfino e Pino Rauti.
    L'assoluzione interviene in base all'articolo 530 comma 2 assimilabile alla vecchia insufficienza di prove. Revocata la misura cautelare nei confronti dell'ex ordinovista Delfo Zorzi che vive in Giappone.
    14 aprile 2012 - La Corte d'appello di Brescia conferma la sentenza di primo grado mandando assolti i quattro imputati, Zorzi, Maggi, Tramonte e Delfino, per i quali era stato proposto ricorso dalla procura. Dai pm una dichiarazione che, dopo 38 anni, sembra una resa: ''abbiamo fatto tutto il possibile. E' una vicenda che va affidata alla storia''.
    21 febbraio 2014 - La Cassazione stabilisce che un nuovo processo dovrà accertare le responsabilità di due degli imputati che nei processi di primo e secondo grado erano stati assolti: Maurizio Tramonte, un uomo considerato vicino ai servizi, che tanto ha parlato negli anni di eversione e bombe, e Carlo Maria Maggi, ottantenne medico veneziano, all'epoca a capo di Ordine Nuovo nel Veneto. Assolto invece definitivamente Delfo Zorzi.
    22 luglio 2015 - La Corte di assise di appello di Milano, nel processo-bis di secondo grado, condanna all'ergastolo Maggi e Tramonte
   

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