/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Gli scenari possibili in Grecia se vince il Sì o se vince il No

Gli scenari possibili in Grecia se vince il Sì o se vince il No

Dimissioni Tsipras, governo unità nazionale, default?

ATENE, 05 luglio 2015, 10:54

Patrizio Nissirio

ANSACheck

Grecia, gli scenari possibili in caso di vittoria al referendum del Si o del NO - RIPRODUZIONE RISERVATA

Grecia, gli scenari possibili in caso di vittoria al referendum del Si o del NO - RIPRODUZIONE RISERVATA
Grecia, gli scenari possibili in caso di vittoria al referendum del Si o del NO - RIPRODUZIONE RISERVATA

I sondaggi raccontano di una Grecia spaccata tra il Sì e il No. Ma cosa succederà in caso di vittoria del 'Nai', e cosa se vincerà l''Oxi'?

Ecco alcuni scenari.

VITTORIA DEL SI'
Il premier Alexis Tsipras ha convocato il referendum e ha chiesto ai greci di votare No. Per evitare il completo suicidio politico, in caso di vittoria del Sì, il primo ministro si dovrebbe dimettere, come ha lui stesso lasciato intendere, per non trovarsi a dover firmare accordi che ha rifiutato in precedenza. Il Paese potrebbe dunque andare ad elezioni anticipate, probabilmente a settembre. Ma visto che la crisi finanziaria della Grecia è giunta a un punto critico, il presidente della repubblica, Prokopis Pavlopoulos, potrebbe chiedere ai partiti di formare un governo di unità nazionale che negozi con i creditori.

Ma non è semplice: i partiti che si sono detti disponibili - Nuova Democrazia, Pasok e To Potami - non hanno i 151 voti necessari per fare una maggioranza (al momento dispongono di 106 deputati), quindi avrebbero comunque bisogno del sostegno di almeno una parte di Syriza e dei Greci Indipendenti, ora al governo. Per la guida di un esecutivo del genere si fanno i nomi del governatore della Banca di Grecia ed ex ministro delle Finanze, Yannis Stournaras, del sindaco di Atene, Giorgos Kaminis, e persino dell'ex premier conservatore Kostas Karamanlis, screditato politicamente, ma che è tornato alla ribalta in tv con un appello per il Sì. Vista la difficoltà e i tempi stretti per la nascita del governo di unità nazionale (e considerando che il 20 luglio la Grecia deve pagare 3,49 miliardi alla Bce), Tsipras potrebbe anche restare al suo posto, avviare negoziati con i creditori, e lasciare il passo alle elezioni quando la situazione economica si sarà stabilizzata.

VITTORIA DEL NO
Il premier ha detto che il No rafforzerà la posizione greca al tavolo negoziale. Ma questa affermazione è stata confutata da molti protagonisti europei della trattativa, in primis dal presidente dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem. Lo stesso Tsipras ha promesso che riprenderà immediatamente i colloqui con i creditori. Ma molti in Europa ritengono che il negoziato sarà più difficile, visto che il No respingerebbe l'intero pacchetto di accordi, compresi i punti su cui si era vicini a un'intesa.

Il No, prevedono, porterebbe Atene a un isolamento nell'eurozona. Senza aiuti immediati, la Grecia andrebbe in default sul pagamento alla Bce e la crisi precipiterebbe: le banche, in assenza di sostegno dalla Banca centrale europea, andrebbero al collasso. Anche in quel caso, Tsipras potrebbe dimettersi e lasciare il passo all'unità nazionale. Questo esecutivo, vista la crisi di liquidità, dovrebbe probabilmente introdurre una valuta parallela, o dei certificati detti IOU (Pagherò), mettendo di fatto in moto il meccanismo della Grexit, l'uscita di Atene dall'euro.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza