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Charlie Hebdo, sul blog Grillo: 'Conti non tornano, puzza bruciato'

Charlie Hebdo, sul blog Grillo: 'Conti non tornano, puzza bruciato'

Troppo rilassati i tempi di fuga dei terroristi, scarsa protezione redazione

ROMA, 08 gennaio 2015, 16:42

Redazione ANSA

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Charlie Hebdo:blog Grillo, conti non tornano, puzza bruciato - RIPRODUZIONE RISERVATA

Charlie Hebdo:blog Grillo, conti non tornano, puzza bruciato - RIPRODUZIONE RISERVATA
Charlie Hebdo:blog Grillo, conti non tornano, puzza bruciato - RIPRODUZIONE RISERVATA

Dai documenti 'dimenticati' in auto ai rilassatissimi tempi di fuga dei terroristi, passando dalla scarsa protezione della redazione del settimanale e arrivando alle armi degli attentatori: tutti elementi che inducono il blog di Beppe Grillo a sospettare "che nella questione non possano esserci altre 'manine' di ben altra qualità". In un nuovo post di Aldo Giannuli il blog sostiene infatti che sull'attentato a Parigi i "conti non tornano". O meglio: "molto probabilmente la strage è islamica, però… che gran puzza di bruciato!".

"Come in tutti i 'grandi casi' (Kennedy, piazza Fontana, Palme, 11 settembre, morte di Osama bin Laden ecc. ec.), anche in questo di Parigi, i conti non tornano e ci sono un sacco di cose da spiegare" scrive Giannuli che elenca una serie di indizi sospetti. "Come mai un obiettivo sensibile -come la redazione di Charlie Hebdo- era così debolmente protetto? E le armi, gli attentatori, dove se le sono procurate? Portate appresso dalla Siria? E i francesi - si chiede Giannuli - se le sono fatte passare sotto il naso? Ma, soprattutto, "avete mai visto dei terroristi che vanno a fare un'azione portandosi appresso la carta di identità che, poi, dimenticano in auto?". E, ancora, quando mai si sono visti "terroristi che agiscono perdendo tanto tempo durante la fuga e dopo aver avuto ben due scontri a fuoco con auto della polizia: si attardano a dare il colpo di grazia ad un agente, raccattano scarpe, poi lasciano un guanto&hellip."

E come mai "non è scattato alcun blocco della zona? Nel pieno centro di Parigi, non devono essere state poche le auto della polizia in zona. E Parigi non ha un traffico scorrevolissimo". Insomma, conclude Giannuli elencando altre circostanze, "resto dell'idea che la pista della strage jihadista sia quella nettamente più probabile, perché coerente con tutto un quadro formatosi da 10 anni in qua, questo però non vuol dire che nella questione non possano esserci altre 'manine' di ben altra qualità. E neppure che gli attentatori non siano stati lasciati fare, magari perché qualche sentore c'era, ma non ci si aspettava una cosa di questa gravità. O che gli organi inquirenti non abbiano altri scheletri nell'armadio, che non c'entrano con la strage, ma che qualche aspetto della strage potrebbe portare alla luce e che, invece, occorre tener nascosti. O anche che nella vicenda le mani che intervengono a vario titolo (mandanti, organizzatori, utilizzatori occasionali, infiltrati, esecutori, intervenuti marginali ecc.) siano decisamente più di due, quattro o sei&hellip".

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