'Se i senatori scrivono la Costituzione e nominano i membri della Consulta e del Csm, devono essere tutelati al pari dei deputati. O tutti o nessuno''. Lo afferma a Repubblica Roberto Calderoli, padre dell'emendamento che reintroduce l'immunità nel nuovo Senato, che però si dice pronto a scrivere un altro emendamento per toglierla ''purché si faccia la stessa cosa alla Camera''.
Un accordo sull'immunità con i berlusconiani? ''Loro neppure la sapevano - dice - L'abbiamo messa nel testo perché il nuovo Senato non sarà un dopolavoro per i sindaci. I due rami del Parlamento faranno cose diverse, ma entrambi con poteri veri. E anche i sindaci verranno eletti, se pure in modo indiretto, proprio come i rappresentanti delle Regioni''. Calderoli non vuole attribuirsi tutto il merito di questa riforma: ''C'erano due relatori, io e la senatrice Finocchiaro, persona equilibrata e priva di pregiudizi ideologici. Il merito va anche a qualche ministro. Nomi non ne faccio, per non rovinarli, comunque li voglio ringraziare''. ''Se fossi Renzi - aggiunge - cercherei di portare a casa il voto prima del 18 luglio, quando ci sarà la sentenza al processo Ruby. Ho già avuto modo di dirlo e lo ripeto: (i berlusconiani, ndr) si sfileranno al prima del terzo passaggio in aula, forse anche prima''.
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