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Cav attacca le riforme; Renzi ottimista, chiusura vicina

Cav attacca le riforme; Renzi ottimista, chiusura vicina

Colloquio con Napolitano; in settimana incontra senatori Pd

ROMA, 27 aprile 2014, 09:34

Yasmin Inangiray

ANSACheck

Silvio Berlusconi - RIPRODUZIONE RISERVATA

Silvio Berlusconi - RIPRODUZIONE RISERVATA
Silvio Berlusconi - RIPRODUZIONE RISERVATA

Le riforme restano il terreno di battaglia su cui Silvio Berlusconi intende sfidare Matteo Renzi. Il Cavaliere è tornato nuovamente all'attacco ribadendo la volontà di rispettare i patti con il premier a patto che Forza Italia possa avere voce in capitolo sulla modifica del Senato, un nodo ancora tutto da sciogliere. La decisione del leader di Forza Italia di alzare le barricate ed il nervosismo a palazzo Madama non preoccupano Matteo Renzi che ai suoi fedelissimi confida di essere ottimista per una chiusura imminente della partita. Il percorso delle riforme e la loro approvazione sono state al centro del colloquio con il Capo dello Stato e saranno il punto principale dell'agenda del premier per la prossima settimana.

L'inquilino di Palazzo Chigi ha intenzione di non perdere tempo e rispettare il timing deciso. Al di là delle polemiche e dei botta e risposta a suon di dichiarazioni, i contatti tra gli ambasciatori del Pd e quelli di Forza Italia per raggiungere un'intesa non si sono mai interrotti. Certo, l'ultima parola spetta sempre al Parlamento e sarà proprio la missione di Renzi quella di calmare le acque dentro il Pd dove non mancano i malumori. Il capo del governo incontrerà lunedì Anna Finocchiaro e Luigi Zanda (rispettivamente presidente della commissione Affari Costituzionali di palazzo Madama e capogruppo dei senatori Dem) per fare il punto della situazione prima dell'assemblea con i senatori democratici in programma per martedì. L'obiettivo del presidente del Consiglio infatti è quello di ricompattare il gruppo prima che di riprendere il dibattito in commissione. Una tabella di marcia serrata che corre in parallelo ai lavori della Prima commissione dove si dovrebbe arrivare entro mercoledì all'adozione di un testo base. "Se non c'è la volontà politica di fare le riforme, i numeri saranno sempre ballerini e i 52 ddl presentati al Senato, non sembrano sinonimo di buona volontà", osserva Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera, Già perché sono proprio i numeri di palazzo Madama a finire nella contesa.

A sentire gli esponenti di Forza Italia, senza il loro appoggio, il cammino non può andare avanti: "Vedremo se avranno i numeri", avverte Maria Stella Gelmini mentre il consigliere politico di Berlusconi, Giovanni Toti, invita a non perdere ulteriore tempo: la legislatura "speriamo che duri abbastanza per fare le riforme previste per andare a votare presto. Noi - mette in chiaro - abbiamo sempre rispettato tutti i patti firmati da Berlusconi e non rispettare il patto sulle riforme da parte del Cavaliere è assurdo anche pensarlo".

Contro le minacce azzurre si scaglia il Nuovo Centrodestra: "Alfano e il ministro Boschi hanno ragione - osserva Fabrizio Cicchitto - anche senza Fi c'è una maggioranza". Il capogruppo alla Camera Nunzia De Girolamo invece si rivolge direttamente a Renzi invitandolo a non "lasciarsi abbagliare da patti individuali".

Chi è pronto a sparare ad alzo zero contro l'accordo sulle riforme è Beppe Grillo. Il comico genovese lancia il suo affondo durante il suo comizio a Piombino: "Di nuovo l'ebetino di Firenze - accusa - va da Napolitano e di nuovo Napolitano richiamerà Berlusconi", per fare le riforme: "E' di nuovo lo stesso giochino".

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