I primi ministri di due piccole
nazioni insulari che devono far fronte agli impatti continui
dell'innalzamento del livello del mare compaiono oggi alle
udienze presso il Tribunale internazionale del Mare ad Amburgo,
in Germania, per chiedere un parere consultivo sugli obblighi
dei Paesi nella lotta al cambiamento climatico.
Secondo quanto riferisce la Cnn, si tratta dei primi ministri
Kausea Natano di Tuvalu, Paese insulare dell'Oceania, e Gaston
Browne di Antigua e Barbuda, nei Caraibi. Entrambi
testimonieranno davanti al Tribunale internazionale per il
diritto del mare, che valuterà se le emissioni di carbonio
assorbite dall'oceano debbano essere considerate inquinamento
marino, e quali obblighi le nazioni hanno di proteggere
l'ambiente marino.
Più di 200 persone sono state costrette a fuggire dalle
proprie case durante una tempesta a Majuro, la capitale delle
Isole Marshall, dopo essere state inondate dall'acqua. Anche gli
Stati insulari come Tuvalu e Vanuatu rischiano di essere
sommersi dall'acqua entro la fine del secolo a causa degli
impatti climatici. L'eccessivo inquinamento da carbonio provoca
danni agli oceani, tra cui lo sbiancamento e l'acidificazione
dei coralli.
In rappresentanza della Commissione dei piccoli Stati
insulari sul cambiamento climatico e il diritto internazionale
(Cosis), i due primi ministri sosterranno che i Paesi hanno
l'obbligo di proteggere l'ambiente marino ai sensi della
convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, comprese
le emissioni di gas serra. "Veniamo qui in cerca di aiuto
urgente, nella forte convinzione che il diritto internazionale
sia un meccanismo essenziale per correggere l'ingiustizia
manifesta che il nostro popolo sta subendo a causa del
cambiamento climatico", ha affermato Natano di Tuvalu, ripreso
dalla Cnn.
Il tribunale emetterà un parere consultivo, che non è
giuridicamente vincolante, ma offre una dichiarazione autorevole
su questioni legali che potrebbe guidare i Paesi
nell'elaborazione delle leggi sulla protezione del clima.
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