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Usa, lo 'sciamano' Jake Angeli chiede la grazia a Trump

Usa

Usa, lo 'sciamano' Jake Angeli chiede la grazia a Trump

Arrestato e incriminato per l'assalto al Congresso

ROMA, 15 gennaio 2021, 13:01

Redazione ANSA

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Jake Angeli © ANSA/AFP

Jake Angeli © ANSA/AFP
Jake Angeli © ANSA/AFP

Secondo gli inquirenti federali che indagano sull'assalto al Capitol, alcuni ultrà trumpiani volevano "catturare e assassinare" membri e funzionari del Congresso. "E' solo questione di tempo, la giustizia sta arrivando", si legge in un biglietto che Jake Angeli, lo 'sciamano' di QAnon fotografato con addosso un cappello da vichingo e il torso nudo tatuato con immagini dell'iconografia ariana, aveva lasciato sulla scrivania della presidenza del Senato, occupata una manciata di minuti prima dal vice presidente Mike Pence.

La nota di Angeli è stata allegata al fascicolo della procura di Phoenix su Jacob Chansley, il vero nome dello 'sciamano'. "Ci sono forti prove, comprese le parole dello stesso Chansley e le azioni nel Capitol, che dimostrano che l'intenzione dei rivoltosi era di catturare e assassinare membri del Parlamento e del governo", sostengono gli inquirenti. E' una tesi condivisa dai colleghi di Fort Worth in Texas, secondo cui il veterano dell'Air Force Larry Rendall Brock, fotografato al Capitol in possesso di manette di plastica, aveva intenzione di "rapire, legare, forse processare, forse giustiziare membri del governo americano".

Brock è stato arrestato, incriminato e rilasciato su cauzione. Lo sciamano si è consegnato sabato ed è attualmente in quarantena in un penitenziario federale di Phoenix essendo risultato positivo al Covid. Attraverso il suo avvocato, Albert Watkins, ha chiesto a Donald Trump di concedergli in extremis il perdono presidenziale.

Intanto, in vista dell'insediamento di Joe Biden Washington si è blindata e il suo centro sembra zona di guerra. In un briefing con Pence alla protezione civile, il capo dell'Fbi Christopher Wray si è detto "preoccupato" per le chat online che indicano la possibilità di violenze, tra cui un attacco di "lupi solitari". Il 6 gennaio al Capitol, ha rivelato il Washington Post, c'erano "molti suprematisti bianchi" i cui nomi sono nel Terrorist Screening Database, una banca dati federale di cittadini americani sospettati di intenzioni terroristiche.

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