"Prima la sicurezza, poi i diritti umani": il segretario di stato Usa, Rex Tillerson, certifica la svolta dell'amministrazione Trump e traduce in priorità diplomatiche il mantra presidenziale 'America first', parlando per la prima volta ai suoi dipendenti, preoccupati per l'annunciato taglio di 2.300 posti (3% dei 75 mila impiegati) e una riorganizzazione ancora da definire.
"Il nostro compito non e' dettare agli altri come vivere, ma costruire una coalizione di amici e partner che condivida l'obiettivo di combattere il terrorismo e portare sicurezza, opportunita' e stabilita' in Medio Oriente", gli ha fatto eco lo stesso presidente, annunciando i suoi primi viaggi all'estero a fine mese: oltre al Vaticano, Arabia Saudita e Israele, dopo aver rilanciato ieri la prospettiva di un accordo di pace con i palestinesi ricevendo alla Casa Bianca Abu Mazen. Nella nuova roadmap tracciata dall'ex numero uno di Exxon Mobile c'e' anche il "riequilibrio" dei rapporti con i vecchi alleati e i Paesi emergenti, in una visione piu' in linea con la fine della guerra fredda.
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