La corte federale di appello di San Francisco ha convocato per oggi un'udienza per affrontare la questione del bando Trump sull'ingresso dei musulmani in Usa. Saranno ascoltati i legali del Dipartimento di giustizia e quelli degli stati di Washington e del Minnesota che hanno intentato la causa contro il divieto. La decisione della corte e' arrivata dopo che l'amministrazione ha presentato ai giudici una memoria difensiva sul controverso decreto. La richiesta perentoria rivolta dal governo ai giudici è quella di ripristinare immediatamente il bando sugli ingressi negli Stati Uniti, un provvedimento dal quale 'dipende la sicurezza nazionale'.
La Corte d'appello dovra' decidere in particolare se il presidente Trump ha ecceduto nella sua autorita' e ha violato il primo emendamento della Costituzione americana e la legge sull'immigrazione. Il decreto - sottolineano dal canto loro gli avvocati del dipartimento di Giustizia - "e' legale e rientra nell'esercizio dei poteri concessi al presidente per quel che riguarda sia l'ingresso di stranieri negli Usa sia l'ammissione dei rifugiati". Inoltre - si legge nella memoria difensiva - e' "sbagliato" dire che il provvedimento prende di mira i musulmani. Si tratta invece di un decreto volto a proteggere i cittadini americani da possibili minacce.
Una volta che la corte avra' deciso entrambe le parti potranno impugnare la sentenza davanti alla Corte Suprema. Dove pero' il rischio e' quello di uno stallo, non essendo ancora stata confermata in Congresso la nomina del nono giudice costituzionale fatta da Trump. E se il massimo organo giurisdizionale dovesse essere diviso 'quattro contro quattro' resterebbe in vigore la decisione della corte d'appello.
Agli Stati di Washington e Minnesota si sono aggiunti nelle ultime ore altri 16, tra cui quelli di New York e della California, che hanno presentato un documento contro il bando. Cosi' come prima di loro avevano fatto 97 big del web e della Silicon Valley, oltre 200 ricercatori e docenti universitari e una decina tra ex segretari di stato ed ex responsabili dell'intelligence.
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