C'è muro e muro. A
Roger Waters, l'ex leader dei Pink Floyd autore di "The Wall"
-uno degli album di maggior successo del gruppo inglese- quello
proposto da Donald Trump per proteggere gli Stati Uniti
dall'immigrazione dal Messico non è piaciuto proprio. E gliel'ha
fatto sapere durante il suo concerto nella capitale messicana.
"Trump, eres un pendejo" (Trump, sei un imbecille) potevano
leggere sul maxischermo del Foro Sol i 58 mila spettatori del
concerto di Waters, ora solista, mentre sentivano vibrare
l'inconfondibile linea di basso di "Another Brick In the Wall,
Part II".
Il candidato repubblicano alla Casa Bianca non è stato però
l'unico bersaglio delle critiche di Waters.
Anche il presidente messicano, Enrique Pena Nieto, ha avuto
la sua parte: il musicista ha ricordato che oltre 28 mila
messicani sono "desaparecidos" dall'inizio dell'offensiva
militare contro i narcos, dieci anni fa.
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