Si è svolta per il secondo anno
consecutivo nella sede dell'ambasciata d'Italia a Tokyo la
commemorazione della morte dei 10 dei 47 ronin che furono tenuti
prigionieri in questa villa nel 1703, durante il periodo Edo. Il
rito religioso è stato tenuto dai sacerdoti del tempio
Sengaku-ji, luogo dove sono sepolti i famosi samurai rimasti
senza padrone e meta di pellegrinaggio da parte degli
appassionati della storia - che in Giappone è diventato un topos
letterario ripreso anche nel teatro e nel cinema. Tra i presenti
all'evento, anche 10 membri della Akogishikai, associazione in
memoria degli Akogishi (ronin), tra i quali alcuni discendenti
dei samurai.
La cerimonia è stata fortemente voluta dall'Ambasciatore
Gianluigi Benedetti per onorare la storia e la cultura del
terreno acquistato dallo Stato nel 1929 e che oggi ospita la
sede diplomatica italiana al centro della capitale. Su una
collina all'interno del giardino, nel 1939, è stata eretta una
stele commemorativa che reca incisioni in giapponese e italiano.
La tragedia viene ancora oggi rievocata nel teatro del Kabuki.
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