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'Science, she says!' all'Ambasciata d'Italia al Cairo

'Science, she says!' all'Ambasciata d'Italia al Cairo

Evento per la Giornata internazionale delle donne nella scienza

IL CAIRO, 14 febbraio 2024, 20:35

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Sono sempre di più le donne interessate alla scienza, sia in Italia che in Africa e Medio Oriente, ma spesso l'accesso alle carriere non è semplice, e a dirlo sono i numeri e le storie personali emersi da un evento promosso dall'Ambasciata d'Italia al Cairo in occasione della 'Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza'.
    L'incontro, intitolato 'Science, she says!', è stato aperto dall'ambasciatore d'Italia al Cairo Michele Quaroni che, ricordando che questo è anche il nome di un premio istituito nel 2022 dal Ministero degli Esteri e ora replicato dall'Ambasciata in Egitto, ha osservato che "le scienziate conducono ricerche all'avanguardia in tutto il mondo e contribuiscono a scoperte straordinarie e progressi straordinari. Tuttavia, sono ancora sottorappresentate in questi campi e il loro lavoro spesso non ottiene il riconoscimento che merita". Ha inoltre aggiunto che "l'educazione è la chiave per aumentare e stabilizzare le opportunità di lavoro e una maggiore inclusione delle donne nel campo della scienza e della tecnologia, non solo permette di tendere all'uguaglianza di genere, ma rappresenta un vantaggio anche per la società civile e il mondo del lavoro".
    All'incontro ha partecipato poi il capo della delegazione Ue al Cairo, Christian Berger, che ha ricordato gli strumenti messi a disposizione dall'Unione europea a questo scopo, tra cui i programmi Erasmus e le Borse di ricerca Marie Curie. Walaa Sheta, presidente esecutivo dell Authority egiziana per la Scienza, la Tecnologia e l'Innovazione, ha sottolineato i cambiamenti innescati in proposito in Egitto, dove fino a poco tempo fa le bambine venivano dissuase fin da piccole a seguire percorsi di studio considerati incompatibili con il matrimonio e la maternità, come del resto in tutta l'Africa. La rappresentante delle donne dell'Onu in Egitto ha confermato questa tendenza, sottolineando la lunga strada ancora da compiere.
    Al convegno hanno poi partecipato alcune testimonial, tra cui l'italiana Ilaria Cinelli, ingegnere aerospaziale che, partita da Montelupo Fiorentino, un piccolo Paese in provincia di Firenze, ha avuto l'opportunità di studiare all'Università di Pisa. Dottorato in Irlanda, post dottorato a Boston, il Covid l'ha sorpresa in Italia, cambiando il suo destino. Ora lavora a Torino per una società privata che si occupa delle simulazioni delle missioni su Marte e partecipa a team internazionali di ricerca.
    Hoda Abou-Shady, tra i consiglieri del presidente egiziano per l'educazione e la ricerca ha raccontato una storia di studi di successo iniziati ad Alessandria, di esperienze negli Stati Uniti, e che l'ha poi ricondotta in Egitto spinta dal desiderio di dare una mano al suo Paese ma anche di concedersi una famiglia, la maternità interessi artistici. Un aspetto, ha detto, che non va considerato residuale ma che deve essere concesso anche alle donne nelle carriere scientifiche, grazie a una cultura di pari opportunità.
    In proposito, la fondatrice del programma egiziano di ricerca biomedica, Nagwa El Badri, ha sottolineato la necessità di maggiori finanziamenti sia per la ricerca che per i servizi, che consentano alle donne di svolgere il proprio ruolo in tutti i campi.
    Infine, l'addetto scientifico dell'Ambasciata d'Italia, Domenico De Martinis, ha sottolineato la distanza, in Italia come in Egitto (con il quale il nostro Paese ha accordi bilaterali in campo scienrtifico dal 1975) tra il numero di donne che si iscrivono alle facoltà scientifiche, quelle che riescono a laurearsi e quelle che fanno carriera nel campo della ricerca. Attualmente, in diverse facoltà, il numero di donne iscritte è addirittura superiore a quello degli uomini, situazione che si ribalta già tra i laureati e che vede assottigliarsi ancora di più la presenza femminile nel lavoro.
    In chiusura del convegno è stata data voce a due ragazze rispettivamente di 15 e 16 anni, le prime ad essere ammesse alla prestigiosa scuola Don Bosco del Cairo prima tutta maschile. Le loro aspirazioni, diventare l'una un ingegnere meccanico e l'altra un medico. Con tutto l'entusiasmo del mondo.
    "L'evento - ha concluso l'ambasciatore - è conferma dell'impegno dell'Ambasciata d'Italia al Cairo a favore dell'empowerment femminile, incluso l'accesso e la partecipazione delle donne e delle ragazze alla scienza e alle discipline STEM. Grazie alla presenza della comunità diplomatica, scientifica, istituzionale, UE e ONU, il seminario ha rappresentato un'importante occasione di riflessione sulle azioni da intraprendere".
   

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