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Apre i battenti da oggi la mostra Dem Dikk/Viavai in Senegal

Apre i battenti da oggi la mostra Dem Dikk/Viavai in Senegal

Sarà fino al 14 luglio all'Istituto italiano di cultura di Dakar

ROMA, 21 maggio 2024, 10:45

Redazione ANSA

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

L'Istituto italiano di cultura di Dakar presenta oggi Dem Dikk/Viavai, una mostra nata da un progetto di ricerca su Sandaga, lo storico mercato della capitale senegalese, aperta fino al 14 luglio: lo annuncia lo stesso Istituto in un comunicato.
    Fondato tra il 1933 e il 1935 in stile neo-sudanese, il mercato di Sandaga era un tempo un luogo iconico e cuore pulsante di Dakar, ospitando oltre 900 venditori di una grande varietà di prodotti, dall'alimentare all'artigianato.
    Ci sono diverse teorie sull'origine del suo nome. Tra le più diffuse c'è quella secondo cui il nome del mercato derivi da 'dang ga', riferendosi a un albero che abbelliva i suoi dintorni e fungeva da punto di riferimento.
    Nonostante sia stato inserito nel 2006 nell'elenco dei siti protetti del patrimonio nazionale del Senegal e benché abbia resistito alle intemperie del tempo e a un incendio nel 2013, nell'agosto 2021 il mercato di Sandaga è stato demolito.
    La mostra site specific Dem Dikk/Viavai apre le sue porte per raccontare l'identità straordinariamente vivace di questo storico mercato di Dakar, vero simbolo e cuore dell'economia informale che vive e sopravvive nonostante la sua completa demolizione e l'attuale ricostruzione in corso.
    Il progetto, sotto la curatela di Mohamed A. Cissé, include il lavoro degli artisti italiani Stefania Gesualdo, che vive a Dakar da diversi anni, il duo Jukai (Marta Fumagalli e Riccardo Pirovano), attualmente a Berlino, e Djibril Dramé, artista visivo senegalese.
    Jukai presenta, all'ingresso della mostra, un'installazione creata utilizzando materiali da costruzione recuperati dal cantiere del mercato e illuminata con pattern creati da suoni registrati per diversi giorni all'interno del mercato stesso.
    Un'ode alla complessità del mercato contemporaneo che invita i visitatori, attraverso la stanza poco illuminata, a ripensare alle loro relazioni con il consumismo, così come alle dinamiche socio-culturali che ci guidano.
    Djibril Dramé presenta scatti fotografici di scene di vita da un particolare angolo del mercato: 'Ruuk diskettes'. Questo è un luogo dove ragazze adolescenti e donne di Dakar vanno per adornare i loro guardaroba. Nonostante sia separato dall'edificio principale, è parte integrante del mercato. La madre di Djibril era una venditrice lì e l'artista desidera rendere omaggio a lei in particolare - così come a tutte le altre venditrici - per la loro resilienza, paragonabile a quella del mercato di Sandaga.
    Infine, basando il suo lavoro sulla respirazione come stato necessario ma altrimenti complesso, Stefania Gesualdo presenta un'installazione composta, tra le altre cose, da una scultura di 12 coppie di polmoni in cemento, nonché da un arazzo con la facciata mitica del mercato nella parte superiore e una delle sue scene di vita nella parte inferiore. "Attraverso installazioni interattive, sonore e visive, gli artisti hanno sapientemente catturato la complessità e la vitalità del mercato Sandaga, offrendo uno sguardo intimo e coinvolgente sulle sue atmosfere uniche e sulle storie che lo rendono così amato e significativo per la comunità di Dakar", ha dichiarato il curatore Mohamed A.Cissé. "Questa mostra non solo celebra il passato e il presente del mercato Sandaga, ma anche il suo futuro, incarnando la speranza e la determinazione di una comunità che continua a prosperare nonostante le sfide. Con 'Dem Dikk/Viavai' ci uniamo alla narrazione di questo sito iconico, promuovendo la sua eredità e la sua bellezza unica per le generazioni future", ha aggiunto.
    Concentrandosi dunque sulla sua memoria come patrimonio storico, sulle sue trasformazioni nel corso degli anni e sul momento attuale di transizione, senza dimenticare l'impatto sociale sul territorio dovuto alla sua presenza/assenza, le opere degli artisti mirano a mantenere vivo il mercato e a trasmettere il suo dinamismo non attraverso la sua struttura fisica, ma tramite le sensazioni e i suoni che gli sono propri in quanto patrimonio culturale immateriale.
   

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