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Lo scatto della 23enne israeliana sul pickup sconvolse il mondo

Lo scatto della 23enne israeliana sul pickup sconvolse il mondo

Shani Louk, la ragazza simbolo del massacro di Hamas al rave

18 maggio 2024, 16:45

Redazione ANSA

ANSACheck

Lo scatto della 23enne sul pickup sconvolse il mondo - RIPRODUZIONE RISERVATA

La foto del suo corpo martoriato, riverso sul retro di un pickup tra i soldati di Hamas, è diventata simbolo del massacro al rave party del 7 ottobre. Ora Shani Louk potrà tornare in Israele, e i suoi familiari piangere le spoglie della ragazza strappata alla vita dalla violenza cieca dei miliziani palestinesi. "Mamma, non so dove nascondermi, sto cercando un riparo", le ultime parole di Shani al telefono con la madre mentre attorno si allungava la scia di morte dei tanti giovani assassinati nell'attacco a sud di Israele. Tedesco-israeliana, 23 anni, tatuatrice e influencer, della sua morte è arrivata la conferma alla fine di ottobre. Ad annunciarla gli stessi familiari, dopo che un osso del suo cranio è stato ritrovato sul luogo della strage, con il test del Dna che non ha lasciato dubbi. "Gli animali barbari e sadici le hanno semplicemente tagliato la testa", ebbe a commentare in quell'occasione il presidente d'Israele Isaac Herzog. Di quella barbarie resta una traccia indelebile nello scatto dell'Associated Press diventato emblema dell'orrore del 7 ottobre. Nell'immagine, scattata dal fotoreporter palestinese Ali Mahmoud, Shani è esanime su un pickup, seminuda e probabilmente già morta, circondata dai miliziani che urlano dopo aver compiuto la strage del rave party. Una foto cruda e potente, che per il suo impatto ha vinto il prestigioso premio Reynolds del Journalism Institute dell'Università del Missouri, tra i più antichi concorsi di fotogiornalismo al mondo, trascinandosi dietro una scia di polemiche. Sin dalla pubblicazione sulle agenzie internazionali, i parenti dei rapiti accusarono i fotoreporter di essere 'embedded', al seguito cioè dei miliziani di Hamas nel deserto del Nagev durante la loro strage al festival Nova. E in occasione del premio, lo European Jewish Congress - che riunisce 42 diverse organizzazioni ebraiche del Vecchio Continente - si disse "disgustato e scioccato" per il riconoscimento, chiedendo all'Ap di fornire spiegazioni sull'operato del fotoreporter. Parole alle quali ha fatto eco un'ondata di critiche sui social. In risposta, il fotografo palestinese ha respinto ogni accusa. Mentre il padre di Shani, Nissim Louk, ha preso le distanze dalle critiche, dicendosi invece contento che lo scatto sia stato premiato, definendolo invece "una delle immagini più importati degli ultimi 50 anni". Oggi, con l'annuncio del ritrovamento del corpo di sua figlia, Nissim ha detto di aver ricevuto "una risposta definitiva". Insieme a Shani, tornano a casa anche i corpi di Amit Buskila, 28 anni, e Itzhak Galarenter, 56 anni, anche loro assassinati nell'attacco al Nova Festival. 

"Mamma, non so dove nascondermi, sto cercando un riparo....". Potrebbero essere state le ultime parole di Shani Louk, la ragazza tedesco-israeliana divenuta simbolo del massacro del rave compiuto da Hamas lo scorso 7 ottobre. Parole disperate, rivolte alla madre dal suo smartphone mentre terrorizzata correva in cerca di un rifugio. Ma tutto attorno solo la distesa di sabbia e di roccia del deserto del Negev, le urla e le raffiche esplose dai suoi carnefici. E sul terreno la scia di sangue di tanti coetanei gia' feriti o colpiti a morte. Si pensava che Shani potesse essere gravemente ferita ma ancora viva, tra gli ostaggi rapiti quel giorno dagli jihadisti. Ma ora anche l'ultima fiammella di speranza si e' spenta: la ventiduenne e' morta, e molto probabilmente gia' in quello che passera' alla storia come il 'sabato nero' di Israele. Ad annunciare il tragico epilogo gli stessi familiari della giovane, la madre Ricarda in tv e la sorella Adi su Instagram: il corpo di Shani non e' stato ancora trovato, ma un osso della scatola cranica sarebbe stato rinvenuto dall'esercito israeliano sul luogo della strage, con il test del Dna che non lascerebbe spazio ad alcun dubbio. "Cio' significa che questi animali barbari e sadici le hanno semplicemente tagliato la testa mentre attaccavano, torturavano e uccidevano", il commento del presidente d'Israele Isaac Herzog parlando alla Bild. Una fine terribile, dunque, anche se la dinamica e i dettagli di quanto realmente accaduto restano ancora da verificare. Il corpo apparentemente inanimato di Shani, riconosciuta dalla madre per i suoi tatuaggi, compariva infatti in un video diffuso da Hamas subito dopo il massacro nel kibbutz di Re'im, gettato sul retro di un pickup che sfilava per le strade di Gaza: giaceva seminudo e con il volto rivolto verso il basso, mentre diversi uomini lo calpestavano. Uno di loro le tirava i capelli, e un altro le sputava sulla testa sanguinante. Tutti intorno gridavano 'Allahu Akbar', 'Allah e' grande'. Poi la jeep si allontanava a tutta velocita' . Immagini spaventose, crudeli, che pero' hanno alimentato la speranza, quella che la ragazza potesse essere gravemente ferita ma ancora viva. Anche perche' il 10 ottobre una famiglia palestinese amica della famiglia di Shani aveva ipotizzato la presenza della giovane in un ospedale di Gaza. E poi la sua carta di credito, utilizzata proprio in quell'area. Di qui i ripetuti appelli della famiglia alle autorita' israeliane e tedesche, compreso il cancelliere Olaf Scholz, perche' si tentasse tutto il possibile per porre fine ad un incubo. Ora resta solo il dolore immenso per una ragazza che amava girare il mondo e la musica, e che da poche ore era tornata in Israele. Di professione faceva la tatuatrice, ma era anche un'influencer molto seguita su Instagram, dove sorridente e con i suoi lunghi dreadlock condivideva amori e passioni con centinaia di follower. Viveva a Tel Aviv, dopo aver completato i suoi studi a Portland, in Oregon. La madre Rebecca, tedesca e di origini cattoliche, da Ratisbona era volata in Israele negli anni '90, sposandosi e convertendosi. Del fidanzato di Shani, un ragazzo messicano che si trovava con lei sulla spianata del kibbutz di Re'im per seguire il Super Nova Festival, non si hanno piu' notizie da quel giorno. Da quando i due giovani correvano disperati nel tentativo di raggiungere la loro auto oramai circondata dai miliziani. Una corsa senza scampo. L'uccisione di Shani "dimostra tutta la barbarie che sta dietro all'attacco di Hamas", il commento del cancelliere tedesco Olaf Scholz, che ha ribadito come Israele abbia tutto il diritto di difendersi.

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