Scontro tra Tel Aviv e Ankara. In un
post sul suo account X, il ministro degli Esteri israeliano
Israel Katz ha definito ieri il presidente turco Recep Tayyip
Erdogan un "tiranno incitatore bugiardo". In serata il Ministero
degli Esteri turco ha risposto in un comunicato affermando che
"alcuni politici israeliani prendono di mira Erdogan nel modo
più insolente e senza fondamento" a causa del fatto che il
presidente turco "resta incrollabile nella sua condanna degli
imperdonabili crimini commessi da Israele contro il popolo
palestinese".
"La Turchia continua a lavorare instancabilmente per fermare
il massacro commesso" dallo Stato ebraico "intraprendendo azioni
decisive per isolare Israele a livello internazionale", si legge
nella nota di Ankara. "Le politiche genocide del governo
fondamentalista israeliano rappresentano una minaccia sia per i
palestinesi che per gli israeliani - viene aggiunto. La Turchia
continuerà a far luce sulle politiche razziste e ingiuste che
Israele mette in atto contro il popolo palestinese. Difenderà la
giusta causa dei palestinesi finché non avranno un proprio Stato
nel proprio Paese".
Il premier israeliano Benyamin Netanyahu "con i suoi metodi
genocidi ha raggiunto un livello tale da fare ingelosire
Hitler", aveva dichiarato Erdogan in un'intervista al quotidiano
greco Kathimerini. Il presidente turco ha lodato poi gli sforzi
di Hamas verso un accordo di pace duraturo criticando allo
stesso tempo Israele per gli attacchi contro i civili a Rafah,
nel sud della Striscia di Gaza. Il bilancio delle vittime
nell'enclave palestinese dal 7 ottobre scorso è di almeno 35.034
morti e 78.755 feriti, secondo i dati del Ministero della Sanità
locale gestito dal movimento islamista. Nella Striscia sono
stati uccisi più civili che terroristi, ha affermato ieri il
segretario di Stato americano Antony Blinken.
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