Sono 600.000 i civili che sono
stati costretti a lasciare le loro case a Mosul e nella
circostante provincia di Ninive, in Iraq, dall'inizio di
un'offensiva governativa per strappare la città all'Isis, lo
scorso ottobre, ma di questi 133.000 hanno potuto fare ritorno.
Lo ha reso noto il ministro per la migrazione e gli sfollati,
Jassem Mohammad al Jaff.
Circa 467.000 persone, dunque, rimangono nei campi profughi
allestiti dalle autorità di Baghdad con la cooperazione delle
agenzie internazionali. Di queste, 425.000 sono fuggite dalla
parte occidentale di Mosul, che dal febbraio scorso le forze
lealiste stanno cercando di riconquistare.
Secondo dati resi noti la scorsa settimana dall'Onu, circa
500.000 persone rimangono intrappolate a Mosul ovest, di cui
400.000 nella parte vecchia della città, fatta di antichi
edifici e vicoli e densamente popolata. I civili soffrono, oltre
che per i combattimenti e i bombardamenti, anche per la mancanza
di cibo, acqua e medicinali.
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