Un giovane musulmano è stato
"bruciato vivo" da jihadisti dell'Isis "a Rafah", nel Sinai
nord-orientale: lo riferiscono diverse fonti locali che
affermano di essere testimoni oculari. Le fonti, almeno quattro,
hanno detto all'ANSA che al giovane inoltre "sono stati cavati
gli occhi".
La vittima si chiamava Ahmad Hamed e, secondo i testimoni, è
stato ucciso con l'accusa di essere un collaboratore. Già in
passato egiziani che collaboravano con le autorità nella lotta
contro l'Isis nella zona al confine con la Striscia di Gaza sono
stati colpiti per rappresaglia e per scoraggiare altri dal
farlo: vi erano stati anche diversi casi di sgozzamenti e
decapitazione (una ventina solo tra il 2013 e il 2014 secondo il
computo di un sito egiziano).
Nel Sinai nord-orientale la branca egiziana dell'Isis (gli
ex-"Ansar Beit el-Maqdes") da tre anni e mezzo conduce una
sanguinosa guerriglia contro l'esercito.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA