Chiede aiuto alle organizzazioni
internazionali di difesa dei diritti umani attive a Ginevra la
famiglia di Abera Mengistu, il giovane ebreo di origine etiope
di cui si sono perse le tracce un anno e mezzo quando fu visto
entrare dal territorio israeliano nella Striscia di Gaza.
In un'intervista alla televisione commerciale israeliana
Canale 2 prima della partenza per la Svizzera, i genitori e il
fratello hanno detto di aver preparato documenti che
testimoniano che Abera soffre di infermità mentale e che non ha
mai prestato servizio nell'esercito israeliano.
''Occorre fare pressione su Hamas perche' dia informazioni:
se e' vivo - ha detto la madre, Agrenesh - che lo liberino. Se
e' morto, che restituiscano la salma''. Il padre Ayalin ha
aggiunto che le istituzioni internazionali rappresentano per lui
l'ultima speranza. ''Se nemmeno loro ci aiuteranno - ha detto -
andrò anch'io a Gaza, per morire dove e' lui''.
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