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Turchia: nuovi raid contro Pkk in Iraq

Turchia: nuovi raid contro Pkk in Iraq

Colpiti circa sei obiettivi nel nord

ANKARA, 29 luglio 2015, 12:41

Redazione ANSA

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© ANSA/EPA

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Nuovi raid dell'aviazione turca hanno colpito altre postazioni dei separatisti curdi del Pkk in Iraq la notte scorsa. Lo ha reso noto il governo di Ankara. Gli aerei hanno colpito circa sei obiettivi, tra rifugi e impianti di stoccaggio, ed una roccaforte del Pkk nelle montagne di Qandil, nel nord del Paese.

di Patrizia Antonini

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan chiude al processo di pace con i militanti curdi, propone che i politici del partito filo-curdo Hdp collegati ai "gruppi terroristici" siano spogliati della loro immunità parlamentare e bombarda le postazioni del Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk) nel sud est della Turchia. Intanto a Bruxelles incassa il sostegno politico della Nato, nella lotta contro il terrorismo. Il Consiglio atlantico, riunitosi in sessione straordinaria su richiesta di Ankara (ci sono state solo 5 riunioni di questo tipo nei 66 anni dell'Alleanza), "condanna" gli attacchi dell'Isis e del Pkk, appoggiando i raid aerei in Siria e Iraq. Ma, pur affermando il pieno supporto al Paese e al suo diritto a difendersi, secondo i retroscena le delegazioni di un gruppo di Stati hanno sottolineato l'importanza degli sforzi fatti per raggiungere una soluzione politica nel processo di pace con i curdi, invitando ad un "uso proporzionato" della forza. Una questione "solo sollevata e non discussa", precisano fonti Nato, di fronte alla quale i diplomatici turchi si sono limitati a rispondere: "Riferiremo ad Ankara". D'altra parte, nelle stesse ore in cui a Bruxelles gli ambasciatori dei 28 alleati si riunivano, Erdogan, prima della sua partenza per la Cina è tornato a mostrare il suo volto più duro. Oltre ad assicurare che Ankara "continuerà nelle operazioni militari contro l'Isis e il Pkk", così come di fatto è avvenuto qualche ora più tardi, con gli F-16 che hanno bombardato tre postazioni del Pkk nella provincia di Sirnak, ha affermato "l'impossibilità di continuare il processo di pace con chi minaccia unità e fratellanza nazionale". Secondo il leader turco, il Parlamento deve togliere l'immunità ai parlamentari del partito Hdp e far pagare loro "il prezzo" per i collegamenti a "gruppi terroristici". Aggiungendo: "Chi mette a dura prova la tolleranza della gente e dello Stato riceverà la risposta che merita al più presto". Il leader del partito filo-curdo Hdp Selahattin Demirtas ha però fatto sapere che l'unica colpa del suo movimento politico è quello di aver conquistato il 13% alle elezioni, respingendo tutte le accuse. Il vicario apostolico di Aleppo dei latini, mons. Georges Abou Khazen, ha espresso invece il timore "che i turchi vogliano combattere i curdi con la scusa dell'Isis. Se è una lotta contro l'Isis va bene, ma se è una scusa per combattere i curdi e aumentare la confusione e la violenza, allora non è un segnale positivo. Sappiamo bene che la Turchia ha permesso ai militanti dell'Isis di entrare, armarsi e addestrarsi". E nonostante Erdogan avesse annunciato che alla riunione della Nato avrebbe chiesto agli alleati di tenersi pronti ad intervenire al fianco del Paese, il segretario generale dell'Alleanza Jens Stoltenberg ha spiegato che da Ankara "non è arrivata alcuna richiesta di presenza militare aggiuntiva". In una dichiarazione condivisa dai 28 alleati, la Nato ha "condannato fermamente" gli attacchi terroristici" evidenziando la "forte solidarietà". Il terrorismo - si legge nel documento - pone "una minaccia diretta alla sicurezza dei membri Nato e alla stabilità internazionale" e "non può essere tollerato o giustificato in qualsiasi forma e manifestazione". Quanto al piano per la "safe zone", l'area cuscinetto liberata dall'Isis, al confine settentrionale con la Siria, Stoltenberg ha ribadito che si tratta di "una discussione su base bilaterale" Ankara-Washington. Intanto, le autorità turche sono in allerta per il rischio di attentati sui mezzi pubblici della rete metropolitana a Istanbul. L'allarme è stato rilanciato dalle cancellerie europee, con segnalazioni anche sul sito Viaggiare sicuri della Farnesina. In particolare viene sconsigliato di frequentare stazioni in zone ad alta affluenza, tra cui Taksim, Osmanbey, Haciosman e Yenikapi. E si raccomanda "la massima prudenza in tutto il Paese, anche nei luoghi di attrazione turistica, evitando luoghi affollati e assembramenti".

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