Resta segreto il testamento del
principe Filippo, scomparso il 9 aprile dell'anno scorso all'età
di 99 anni, dopo che è stato respinto un ricorso presentato dal
Guardian alla Corte d'appello contro la decisione di escludere
la stampa da una udienza tenutasi nel luglio 2021 in cui si
decideva sulle volontà lasciate dal consorte della regina
Elisabetta.
Per il quotidiano progressista quella era stata "una grave
ingerenza rispetto al principio della giustizia trasparente". Ma
i giudici britannici oggi si sono espressi in senso contrario,
sottolineando che si trattava di circostanze "eccezionali" e che
c'era il timore di scatenare una "tempesta mediatica" in un
momento molto delicato per la famiglia reale dopo la scomparsa
di Filippo. Viene quindi ribadita la decisione presa dall'Alta
corte l'anno scorso, secondo cui le volontà di Filippo devono
rimanere sigillate per 90 anni dalla concessione della
successione, il processo formale che conferma l'autorità di un
esecutore testamentario per amministrare il patrimonio di una
persona deceduta, e comunque potranno essere aperte solo in
privato anche dopo tale data.
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