Una redde rationem a mezzo stampa con
i vecchi amici e compagni di gioventù che nel 2016 lo
'tradirono', passando dall'altra parte della barricata nella
battaglia del referendum sulla Brexit. David Cameron - che da
premier quel referendum volle, salvo uscirne battuto e costretto
ad abbandonare il governo e la politica - presenta un'edizione
aggiornata della sue memorie cogliendo il destro per regolare i
conti in particolare con Boris Johnson e Michael Gove.
Ad entrambi - oggi rispettivamente primo ministro e ministro
addetto ai preparativi di un'ipotetica Brexit no deal - contesta
in un'intervista al Times di essersi comportati "in modo
orribile" nella campagna referendaria "facendo a pezzi il
governo di cui erano parte". In quella sfida "Boris e Michael
lasciarono a casa la verità", accusa Cameron, rimproverando loro
d'aver cavalcato esagerazioni e bugie sull'immigrazione come su
un fantomatico ingresso futuro della Turchia nell'Ue.
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