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Macron-Merkel, braccio di ferro in Ue sul dopo Juncker

Macron-Merkel, braccio di ferro in Ue sul dopo Juncker

Il francese cerca alleanze, Weber in salita. Roma tagliata fuori

BRUXELLES, 28 maggio 2019, 21:54

Redazione ANSA

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>>>/ MACRON-MERKEL, BRACCIO DI FERRO SUL SUCCESSORE DI JUNCKER © ANSA/EPA

>>>/ MACRON-MERKEL, BRACCIO DI FERRO SUL SUCCESSORE DI JUNCKER © ANSA/EPA
>>>/ MACRON-MERKEL, BRACCIO DI FERRO SUL SUCCESSORE DI JUNCKER © ANSA/EPA

Chi siederà sul Trono di spade europeo? La lotta per accaparrarsi il massimo scranno dell'Unione è aperta ed è braccio di ferro tra il presidente francese Emmanuel Macron e la cancelliera tedesca Angela Merkel. A 48 ore dal voto, gli alleati di sempre mettono in campo strategie, tattiche e alleanze per due concetti diversi di Europa: a difesa dello status quo Merkel; per spingere il suo programma di riforme Macron. Per la prima volta in oltre vent'anni le elezioni di domenica hanno infranto il duopolio dei popolari e dei socialisti, che insieme non hanno più la maggioranza, aprendo così una fessura su cui Macron si è già incuneato, forgiando un drappello progressista per trattare da una posizione di forza con la cancelliera. Per mettere insieme una coalizione stabile, al Ppe e ai S&Dora occorre l'appoggio dei Liberali (Alde) o dei Verdi, o di tutt'e due insieme. Ma ogni soluzione, qualunque sarà, avrà il suo scotto da pagare. E in questo caso il prezzo è una delle poltrone chiave delle istituzioni europee. Le geometrie sono variabili, così come gli schieramenti in campo, da cui - almeno per il momento - l'Italia sembra tagliata fuori, perché M5s e Lega non appartengono a nessuna delle grandi famiglie politiche che dirigono i giochi. Ma Giuseppe Conte ha ribadito che "l'Italia è un grande Paese ed ha le chance ed è determinata ad avere il ruolo che merita". Il premier, fuori dal balletto degli incontri a margine del vertice di Bruxelles, ne ha parlato lunedì con Merkel: come Paese fondatore e potenza economica, Roma vuole un commissario di peso, se possibile in un ruolo economico. Nel governo non se n'è ancora formalmente parlato, ma si citano concorrenza e agricoltura, e si fanno i nomi dei leghisti Giancarlo Giorgetti e Massimo Garavaglia. Ma anche del ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, anche se pare difficile scoprire la Farnesina in questa fase.

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