Il cementiere Lafarge è stato
indagato in Francia per la vicenda delle presunte mazzette ai
gruppi terroristici, incluso lo Stato islamico (Isis) per
garantire l'attività del suo stabilimento in Siria. Il colosso
dei cementi gioiello dell'industria transalpina è stato indagato
per "complicità in crimini contro l'umanità".
Il quotidiano Libération parla di "decisione storica", senza
precedenti per un gruppo o un società. Stando all'organizzazione
umanitaria Sherpa, che cita i giudici, le somme pagate dal
cementificio francese per mantenere le sue attività in zona di
conflitto in Siria, a Jalabiya, ammonterebbero a 13 milioni di
euro.
Secondo le indagini, gran parte dei soldi sarebbero finiti,
direttamente o indirettamente, nelle tasche dei
jihadisti dell'Isis. Sei ex dirigenti del cementificio francese,
fra i quali l'ex presidente Bruno Lafont, sono già finiti sotto
inchiesta per finanziamento di gruppo terroristico.
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