La Corte suprema tedesca ha respinto la domanda del Bundesrat (Senato federale) di vietare il partito neonazista Npd in Germania. Il Bundesrat aveva presentato la sua richiesta alla fine del 2013. L'Npd "persegue effettivamente obiettivi contrari alla costituzione", ha spiegato il presidente della corte Andreas Vosskuhle, "ma al momento mancano indizi di peso, che lascino sembrare possibile che la sua azione possa avere successo". Il partito di estrema destra tedesca raggiunge infatti livelli bassissimi di consenso, è rappresentato soltanto nei Comuni - l'ingresso al Bundestag viene impedito dalla soglia minima del 5% - e ha un rappresentante nel parlamento europeo. Nel settembre 2016 l'Npd ha perso l'ultimo mandato regionale che aveva nel Land Meclemburgo-Pomerania anteriore. E' la seconda volta che un tentativo di far bandire il partito dalla corte costituzionale fallisce. Il primo ricorso, avviato dal governo e dalle camere parlamentari, fu rigettato nel 2003.
"Un giorno tragico per una robusta democrazia". Così il vicepresidente del Comitato internazionale Auschwitz, Christoph Heubner, ha commentato sulla Bild la decisione della Corte costituzionale tedesca di non vietare il partito di estrema destra Npd, perchè la sua scarsa capacità di influenza politica non lo rende un pericolo per lo Stato. Delusione è stata espressa anche da altre associazioni ebraiche, come il Consiglio centrale degli ebrei tedeschi, il cui presidente Josef Schuster ha parlato di "opportunità mancata". "Il divieto dell'Npd sarebbe stato importante e incoraggiante per la comunità ebraica e per le altre minoranze", ha detto. E la presidente della comunità israelitica bavarese, Charlotte Knobloch, ha lamentato che "il bando di un partito apertamente di estrema destra sarebbe stato importante per l'igiene politica del nostro paese". Il ministro dell'Interno Thomas de Maizière ha raccomandato il servizio di sicurezza interno a proseguire nella sorveglianza dell'Npd, ma ha osservato che il fatto che l'Alta Corte l'abbia giudicato ininfluente "è un segnale forte che il contrasto all'Npd è stato condotto negli ultimi decenni con successo". La Corte, pur non vietando l'Npd, ha tuttavia lasciato aperta la strada al ritiro dei finanziamenti pubblici di cui gode, decisione che spetta al legislatore. Ipotesi su cui si sono già dichiarati disponibili i capigruppo di Unione (Cdu-Csu) e Spd.
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