Quello che sembrava impossibile è diventato realtà: la giungla di Calais, il campo dei migranti nel nord della Francia, non esiste più. L'ultimo atto è cominciato ieri quando sono stati trasferiti anche gli ultimi 1.500 minori isolati rimasti nei container. Il primo dei 30 pullman messi a disposizione dallo Stato aveva a bordo 43 minori partiti in direzione di Carcassonne, nel sud del Paese.
La scelta dei centri d'accoglienza di destinazione non è stata fatta dai diretti interessati ma dalle autorità. I ragazzi potevano però decidere con chi partire. A bordo di ogni convoglio c'erano due funzionari del ministero dell'Interno francese e britannico, due accompagnatori e due interpreti. Il sogno, per la maggior parte dei minori, continua a essere la Gran Bretagna e per metà di loro si si sarebbe avverato; ieri sera, secondo il Daily Telegraph, circa 700 di loro hanno ottenuto il via libera di Londra al ricongiungimento alle famiglie dall'altra parte della Manica. Si aggiungeranno così ai 308 già partiti la scorsa settimana. Proprio a questo proposito c'era stata negli ultimi giorni un'aspra trattativa diplomatica tra Parigi e Londra. Per gli altri rimasti, invece, due sono le opzioni: domandare asilo in Francia o raggiungere un altro paese europeo. Due giorni dopo la conclusione ufficiale dello sgombero della Giungla, ospiti nel centro Jules-Ferry, ai margini della ex-bidonville, rimangono solo 400 donne e bambini. In due settimane circa 6.000 persone, oltre i 1.500 minori di oggi, sono state ripartite nei diversi centri di accoglienza e orientamento (Cao) ai quattro angoli del Paese.
E nella Giungla tutto è stato raso al suolo: le ruspe hanno lavorato sodo, tende e roulotte, almeno per ora, non ci sono più. A pochi mesi dalla corsa all'Eliseo della prossima primavera, smantellare Calais ha avuto un forte significato politico e simbolico ma non è affatto detto che sia finita qui. Secondo le Ong, non ci sono dubbi: i migranti torneranno e, anzi, alcuni stanno già cominciando a tornare. Tanto più che almeno un migliaio col pallino di attraversare la Manica si sono sottratti alla ripartizione dello Stato e vagano ancora nella zona.
François Hollande assicura che il terreno della ex Giungla "sarà controllato e nessuno potrà più raggiungerlo". Da parte sua, la Gran Bretagna ha investito milioni di euro per la creazione del 'Grande Muro' anti-migranti che bloccherà l'accesso alla strada che conduce al porto. La controversa struttura dovrebbe essere consegnata entro fine anno. Da anni questa parte di Francia è vista come punto di passaggio fondamentale per raggiungere l'Inghilterra e quello di questi ultimi giorni è stato in parte un film già visto. A suo tempo lo stesso Nicolas Sarkozy dovette smantellare il vecchio campo di Sangatte, appena pochi chilometri da Calais, ma presto la situazione tornò uguale se non peggiore. Nel fine settimana Hollande ha inoltre promesso lo sgombero dell'altra tendopoli della vergogna, nel nord di Parigi, dove oltre duemila persone vivono in condizioni disperate, senza assistenza, se non quella di ong, associazioni, e cittadini. Il sindaco, Anne Hildago, ha promesso l'imminente apertura di un centro di accoglienza da 400 posti. Ma per le strade della capitale i migranti che dormono per strada sono oltre duemila e l'inverno è ormai alle porte
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