(di Rodolfo Calò)
Il prodromo di uno scioglimento della "Grosse Koalition" anche a livello nazionale, alleanza che sta favorendo le ali "estreme" della politica tedesca come quella dei populisti dell'Afd. E il segnale del possibile ritorno sulla scena dei liberali della Fdp, potenzialmente funzionali a un futuro dinamismo in cui ruolo importante sarà giocato dalla Csu, l'ala bavarese del partito della cancelliera Angela Merkel. Secondo il filosofo della politica e germanista Angelo Bolaffi, sono state anche questo le elezioni regionali svoltesi a Berlino.
"Penso che la bocciatura della Grande coalizione di Berlino sia in qualche modo un anticipo, a prescindere dal contesto specifico berlinese, del fatto che il modello di 'Grande coalizione' fatica e non regge più", ha detto Bolaffi parlando all'ANSA. "E quindi è sicuro che, per motivi opposti, sia la Cdu che la Spd faranno di tutto, e anche di più, per non dover fare un'altra Grande coalizione. Da questo punto di vista è un anticipo di quello che, penso, sicuramente succederà alle elezioni politiche del 2017, salvo 'terremoti' imprevedibili", ha detto Bolaffi, già Professore di filosofia politica all'Universita' "La sapienza" di Roma.
C'è stata una "vittoria del partito liberale" della Fdp, ha sottolineato: "è un segnale molto forte perché è un partito" che si era schierato "in senso molto 'liberale'", di "grande accoglienza", "sulla questione dei profughi: quel 6,7% dei voti è una parte della Cdu che vuole" un'Unione cristiano-democratica "ancora più merkeliana della Merkel". "Se si riapre una dinamica non di grande coalizione, probabilmente quelle spinte" che vengono dai "non-votanti che vanno a votare e protestano" potrebbero venire meno, ha previsto il politologo che dal 2007 al 2011 è stato direttore dell'Istituto italiano di cultura di Berlino: "la grande coalizione negli anni Sessanta portò all'opposizione extraparlamentare", ha ricordato Bolaffi sottolineando che, "per un sistema democratico, una grande coalizione che spinge a polarizzare" sulle ali "estreme" come l'Alleanza per la Germania (Afd) certo "non è un bene". E "soprattutto, la Spd deve ritrovare una propria forza" altrimenti, "così, muore".
"Credo che Merkel non abbia deciso cosa fare e che stia pensando seriamente se debba ritirarsi o meno e comunque dipenderà tutto dall'atteggiamento della Csu", e dal fatto se nell'Unione "troveranno un modo di convivere", ha detto Bolaffi rispondendo a domande sulla possibile quarta candidatura della cancelliera. "Se la Csu pensa che Merkel" le debba andare incontro "in ginocchio, mi pare difficile che si vada a un accordo fra i due partiti. Ovviamente" verranno compiuti "tutti gli sforzi possibili perché trovino un accordo e l'Unione continui a funzionare: non credo che la Csu voglia rischiare una presentazione di liste della Cdu in Baviera, mi parrebbe una follia", ha detto ancora Bolaffi, la cui più recente pubblicazione è stato "Cuore tedesco. Il modello Germania, l'Italia e la crisi europea" (2013). Ora "ci sarà una fase di respiro fino alle elezioni in primavera in Nordrhein-Westfalen", il Nordreno-Vestfalia: "quelle sì elezioni decisive" perché portano al voto 12-13 milioni di persone e si dice "che chi vince lì ha in mano" la vittoria alle politiche, ha previsto ancora Bolaffi.
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