La Brexit, l'uscita della Gran
Bretagna dall'Ue, significherebbe un tracollo per l'economia del
regno, con perdite pari a 100 miliardi di sterline e quasi un
milione di posti di lavoro in fumo. E' la previsione cupa di
un'analisi commissionata dalla Confindustria britannica (Cbi) a
PricewaterhouseCoopers in vista del referendum del 23 giugno.
Il rapporto, contestato dagli euroscettici come allarmistico
e viziato dalla campagna filo-Ue dei vertici della Cbi, ma
ripreso con evidenza dai media, calcola i costi dell'ipotetico
divorzio da Bruxelles in un calo del 5% del Pil britannico entro
il 2020 (appunto 100 miliardi di sterline), mentre ipotizza un
impatto sul reddito delle famiglie fino a 3.700 sterline in meno
all'anno e rischi occupazionali diretti per 950.000 lavoratori.
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