In uno degli ultimi grandi processi
contro i nazisti, un'ex guardia delle SS al campo di
concentramento di Auschwitz deve rispondere dell'accusa di
complicità nello sterminio di 170.000 ebrei ungheresi, avvenuto
nel 1944: Reinhold Hanning, 94 anni, e allora membro del
'Totenkopfverband' (unità testa di morto) delle SS, oggi, giorno
della prima udienza, tace. Tace di fronte ai giudici di Detmold,
la cittadina del Nordreno-Vestfalia teatro del processo. E tace
di fronte a un sopravvissuto, Leo Schwarzbaum, un testimone che
dopo aver descritto ai giudici le sofferenze disumane patite ad
Auschwitz, si rivolge all'accusato, provando a fissarlo negli
occhi: "Herr Hanning, abbiamo quasi la stessa età e presto
saremo entrambi di fronte al giudice supremo. Dica qui quello
che lei e i suoi camerati avete fatto". È l'unico momento in cui
l'ex SS sembra quasi sollevare lo sguardo. Un paio di secondi
appena, poi torna a reclinare il capo. E dalla sua bocca non
esce neppure una sillaba.
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