Riesplode apertamente la guerra nell'est dell'Ucraina, nonostante gli sforzi diplomatici per tentare almeno di congelarla. Vladimir Putin ha accusato Kiev di bombardamenti "criminali" contro i civili, come la strage di ieri a una fermata di bus, e di aver lanciato un'azione militare su larga scala lungo la linea del fronte.
Mentre il capo dell'autoproclamata repubblica di Donetsk, Aleksandr Zakharcenko, ha escluso a questo punto altri colloqui per la tregua, annunciando una controffensiva sino ai confini della regione separatista. E, sinistramente, ha anticipato che verra' introdotta la pena di morte e che non saranno piu' fatti prigionieri "perche' non abbiamo bisogno di scambi". Un'escalation di accuse e minacce cui fa da sfondo un'impennata del numero delle vittime: in totale, come ha reso noto oggi l'Alto commissariato Onu per i diritti umani, 5086 morti, di cui 262 negli ultimi nove giorni, che coincidono con ''il periodo piu' letale'' dall'inizio del fragile cessate il fuoco concordato a Minsk in settembre.
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