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Xi Jinping apre il XX Congresso del Pcc, 'Taiwan sarà nostra'

Xi Jinping apre il XX Congresso del Pcc, 'Taiwan sarà nostra'

Difende la sua politica su Covid, Hong Kong e lotta alla corruzione

PECHINO, 16 ottobre 2022, 17:06

Redazione ANSA

ANSACheck

Xi Jinping para al Congresso del Pcc - RIPRODUZIONE RISERVATA

Xi Jinping para al Congresso del Pcc - RIPRODUZIONE RISERVATA
Xi Jinping para al Congresso del Pcc - RIPRODUZIONE RISERVATA

   Il presidente cinese Xi Jinping ha aperto oggi il XX Congresso nazionale del Partito Comunista, che dovrebbe affidargli un inedito terzo mandato alla guida del Pcc, con un discorso nel quale ha difeso il modo in cui il suo governo ha gestito le questioni più urgenti per il Paese - le misure contro la pandemia di Covid-19, la situazione Honk Kong e Taiwan, la lotta alla corruzione - e ha promesso di lavorare alla "costruzione di un moderno Paese socialista", e di portare avanti la politica economica che ha permesso di raddoppiare il Pil cinese in un decennio.

   Il Pil cinese, ha segnalato, è salito da 54.000 miliardi di yuan a 114.000 miliardi (circa 16.000 miliardi di dollari), pesando per il 18,5% dell'economia mondiale (+7,2%) e ora la Cina deve puntare allo sviluppo "di altà qualità", tra "hi-tech di alto livello e meccanismi di innovazione tecnologica". "Dobbiamo essere consapevoli dei potenziali pericoli e preparati per gli scenari peggiori. Dobbiamo sfruttare il nostro indomabile spirito combattivo per la nostra causa", avendo presente che il Pcc "ha portato la Cina dal rialzarsi ed essere prospera a diventare forte", a segnalare i passaggi da Mao a Deng fino a Xi.

   Durante il suo discorso, Xi è tornato più volte a citare la questione Taiwan. In particolare, ha ribadito che il Pcc non ha mai promesso di rinunciare all'uso della forza per "la riunificazione", ad appena due mesi dalla controversa visita della presidente della Camera Usa Nancy Pelosi che ha fatto infuriare Pechino fino al punto di dare vita a manovre militari senza precedenti intorno all'isola. Taiwan, infatti, è considerata dalla Repubblica popolare una parte "inalienabile" del suo territorio da riunificare anche con la forza, se necessario, pur non avendola mai controllata.

   "Risolvere la questione di Taiwan è un affare del popolo cinese e spetta al popolo cinese decidere", ha aggiunto Xi, strappando qualcosa di molto simile a una standing ovation. "Insistiamo sulla prospettiva di una riunificazione pacifica con la massima sincerità e i nostri migliori sforzi, ma noi non prometteremo mai di rinunciare all'uso della forza e ci riserveremo di prendere tutte le misure necessarie" soprattutto in risposta alle "forze esterne". Perché, ha assicurato, "la riunificazione completa della nostra madrepatria deve essere realizzata e sarà sicuramente realizzata".

   Riguardo Hong Kong, secondo il presidente cinese, "è passata dal caos alla stabilità", mettendo l'amministrazione della città "nelle mani dei patrioti".  "Abbiamo rafforzato e attuato il modello 'un Paese, due sistemi", ha spiegato Xi, in riferimento allo schema che regola i rapporti tra le due ex colonie Hong Kong e Macao e Pechino. "Abbiamo aiutato Hong Kong a entrare in una nuova fase", ha aggiunto.

   In merito alla pandemia, il presidente cinese ha detto che con il suo governo "abbiamo messo al primo posto le persone e le loro vite, lanciando una 'guerra del popolo' contro il virus". La lotta alla corruzione, ha proseguito,  ha eliminato "gravi pericoli latenti" all'interno del Pcc e dell'esercito, ottenendo "una vittoria schiacciante che è stata ampiamente consolidata", grazie alla campagna da lui promossa contro "tigri e mosche" e "volpi", che ha permesso di eliminare "i gravi pericoli latenti all'interno del partito, lo Stato e l'esercito". Anche se, secondo i critici, tuttavia, l'iniziativa è stata usata per frenare ed eliminare oppositori e il dissenso all'interno del partito

   Concludendo il suo intervento -che è durato poco più di un'ora e 40 minuti, molto meno di quello di oltre tre ore tenuto cinque anni fa, Xi la lanciato un appello all'unità: "Manteniamo la ferma fiducia, restiamo uniti come una sola persona e andiamo avanti con determinazione", ha affermato, ribadendo ancora una volta che il concetto dell'unità è di fondamentale importanza per "costruire un Paese socialista e moderno in tutti gli aspetti e far avanzare il ringiovanimento nazionale su tutti i fronti".

   Immediata la replica di Taiwan al discorso di Xi Jinping. Il portavoce dell'Ufficio presidenziale di Taipei, Chang Tun-han, ha sottolineato che non considera possibile nessuna ipotesi di compromesso su sovranità e democrazia nell'isola, mentre il confronto militare non può essere un'opzione percorribile.  "La sovranità territoriale, la democrazia e la libertà non possono essere compromesse", ha detto il portavoce, ricordando che le autorità di Taiwan  hanno "espresso chiaramente che respingiamo fermamente il modello 'un Paese, due sistemi'", in vigore a Hong Kong e Macao, che la Cina vorrebbe applicare anche all'isola ribelle. "Il confronto militare non deve essere un'opzione per i due lati dello Stretto", ha aggiunto, assicurando che Taipei resta disponibile a trovare con Pechino "un metodo reciprocamente accettabile per mantenere la pace e la stabilità nello Stretto di Taiwan".

 

 

 

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