L'ex presidente della Repubblica
sudcoreana Park Geun-hye è giunta alla sede della Corte centrale
distrettuale di Seul, che dovrà decidere se concedere il mandato
d'arresto richiesto dalla procura che indaga sullo scandalo di
corruzione che coinvolge anche la sua confidente Choi Soon-sil.
Rimossa dalla carica il 10 marzo dalla Corte costituzionale con
la convalida dell'impeachment parlamentare, Park è accusata di
aver agito d'intento con la 'sciamana' Choi per estorcere
donazioni alle società sudcoreane, tra cui il gruppo Samsung che
avrebbe versato o promesso 39 milioni di dollari in gran parte a
due fondazioni riconducibili alla sua confidente. La procura
addebita all'ex presidente 13 capi d'accusa. La richiesta di
arresto include anche il timore di inquinamento delle prove: se
accolta (il responso sarà noto in nottata o domani mattina),
Park sarà condotta nel carcere a sud di Seul che ospita i
primari protagonisti della vicenda, Choi e l'erede e il leader
de facto di Samsung, Lee Jae-yong.
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