Un santuario a terrazze risalente
a oltre duemila anni fa, sorvegliato da una fortezza e da due
fortilizi. Una città funeraria sparsa per oltre cinquanta
ettari, con tombe contenenti preziosi oggetti, collegate l'una
all'altra da un reticolo di sentieri. E' l'enigmatico sito,
risalente all'epoca degli imperi dei Seleucidi e dei Parti (II
sec. a.C. - II d.C.), che una missione archeologica congiunta
tra Italia e Iran sta riportando alla luce nella splendida valle
di Shami, nella regione del Khuzestan, in Iran, non lontano dal
confine iracheno.
L'avventura per l'archeologo italiano Vito Messina,
dell'Università di Torino, e per il suo collega iraniano, Jafar
Mehr Kian, è cominciata alcuni anni fa. "La valle di Shami
rappresenta quasi un luogo mitico per noi studiosi" - racconta
all'ANSA il prof. Messina, a Teheran per illustrare in un
convegno internazionale i risultati degli scavi in corso.
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