La Corte suprema
messicana ha dato oggi il primo dispiacere del suo mandato al
nuovo presidente Andrés Manuel López Obrador bloccando, almeno
provvisoriamente, la 'Legge generale delle remunerazioni in
Messico', per esaminare una "istanza di incostituzionalità"
presentata da alcuni senatori dell'opposizione al governo.
Pietra angolare della politica di austerità propugnata da
López Obrador, la legge prevede che nessun funzionario pubblico
possa guadagnare più del capo dello Stato. E, dopo essere stato
eletto, 'Amlo' come il presidente è amichevolmente chiamato in
Messico, ha annunciato la riduzione del suo stipendio del 50% a
108.000 pesos (circa 4.680 euro). Conosciuta l'ordinanza del
massimo tribunale messicano, il capo dello Stato ha detto che
"rispetta la decisione", non esitando ad aggiungere che "chi
dovrebbe impartire giustizia sta invece dando un cattivo
esempio" perché in questo Paese "dove la povertà è grande, ci
sono 'servitori dello Stato' pagati fino a 26mila euro".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA