L'Etiopia ha concesso alle
Nazioni Unite pieno accesso alla regione settentrionale del
Tigrè, per fornire aiuti umanitari. L'accordo, firmato dal
ministro della pace etiope, consente "un accesso illimitato,
sostenuto e sicuro per il personale e i servizi umanitari alle
popolazioni vulnerabili nelle aree del Tigrè e nelle aree
confinanti delle regioni di Amhara e Afar".
Le Nazioni Unite da tempo hanno messo in guardia da una
possibile catastrofe umanitaria nella regione, dove all'inizio
di novembre è scoppiato un conflitto con il governo federale.
Circa 600.000 persone che vivono nel Tigrè dipendevano dagli
aiuti alimentari per sopravvivere prima che iniziassero i
combattimenti, tra cui 96.000 rifugiati eritrei. Cibo,
carburante e contanti scarseggiano, secondo l'Ufficio delle
Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari
(OCHA), mentre il Comitato internazionale della Croce Rossa
(CICR) afferma che mancano le attrezzature mediche di base.
Sabato scorso il premier etiope Abiy Ahmed ha dichiarato che
le operazioni militari sono state "completate" dopo che le forze
federali hanno preso il controllo della capitale regionale
Macallè. La leadership del Fronte popolare di liberazione del
Tigrè, tuttavia, ha promesso che continuerà a combattere.
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