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Ristuccia: 'Orgogliosi del lavoro dell'Italia a Erbil'

Ristuccia: 'Orgogliosi del lavoro dell'Italia a Erbil'

Parla il generale comandante del contingente in Iraq

03 novembre 2016, 17:07

Claudio Accogli

ANSACheck

Mosul, Gen. Ristuccia 'orgogliosi ruolo Italia ' - RIPRODUZIONE RISERVATA

Mosul, Gen. Ristuccia  'orgogliosi ruolo Italia ' - RIPRODUZIONE RISERVATA
Mosul, Gen. Ristuccia 'orgogliosi ruolo Italia ' - RIPRODUZIONE RISERVATA

"Come comandante degli uomini e delle donne che hanno addestrato più di 6mila uomini in Kurdistan", protagonisti delle prime due settimane di offensiva contro l'Isis sul fronte orientale, "non posso che essere orgoglioso e soddisfatto del lavoro svolto". Il generale Angelo Michele Ristuccia, 50 anni, è il comandante del Contingente italiano in Iraq inquadrato nell'Operazione 'Prima Parthica'. Incontra l'ANSA a Erbil, mentre a Mosul infuria la battaglia per liberare la città dalla morsa jihadista. "Con l'addestramento, in particolare sugli ordigni artigianali, abbiamo contribuito a creare le condizioni per affrontare in modo decisivo Daesh (l'Isis, ndr). E risparmiare tante vite".

Il generale di Brigata è al comando di 950 militari italiani. In Kurdistan si occupano di molte cose, dall'addestramento dei Peshmerga, donne e uomini, per la 'caccia' alle bombe dell'Isis, alle procedure di comando e controllo. Il quadro generale, sottolineato dalla Difesa, è quello di assicurare "il necessario supporto operativo per sconfiggere" l'Isis, "rendere sicuri i confini, ristabilire la sovranità dello Stato, formare Forze Armate e di polizia in grado di garantire la sicurezza". I seguaci di Abu Bakr al Baghdadi "sono un nemico molto forte, ben organizzato, difficile da affrontare", spiega il generale all'ANSA nella base italiana.

"Sono molto soddisfatto del lavoro che è stato fatto. Certo, c'è molto ancora da fare, ma noi siamo pronti a svolgerlo", assicura. "Purtroppo le immagini diffuse dalla stampa internazionale sono inequivocabili: gli ordigni nei giocattoli e nei peluche per bambini ci dimostrano che abbiamo a che fare con un nemico che non fa discriminazioni, di genere e di età. Daesh è un nemico dal quale ci si può aspettare di tutto".

Oggi, è la sua analisi, "la guerra ha perso le sue dimensioni tradizionali. Il nemico può agire in qualsiasi ambito, quello mediatico, cibernetico, quelle delle classiche operazioni terrestri. E il Daesh utilizza tutti gli strumenti che la tecnologia e la società moderna mette a disposizione". "Noi abbiamo dato il nostro contributo, nell'ambito di quello più ampio dei 63 Paesi della Coalizione e tre organizzazioni internazionali", conclude il generale Ristuccia, mentre il rombo degli Apache da combattimento che tornano nella vicina base Usa dopo aver colpito l'Isis scuote il silenzio della notte di Erbil.

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