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Ebola, sito web 'mappa' l'epidemia prima dell'Oms

Ebola, sito web 'mappa' l'epidemia prima dell'Oms

Lorenzin: "Rischio ridotto ai minimi termini in Italia"

ROMA, 18 agosto 2014, 12:30

Pier David Malloni

ANSACheck

Precauzioni per il virus Ebola a Hong Kong © ANSA/EPA

Precauzioni per il virus Ebola a Hong Kong © ANSA/EPA
Precauzioni per il virus Ebola a Hong Kong © ANSA/EPA

Un sito internet basato su speciali algoritmi sembra riuscire a prevedere i focolai di Ebola meglio e ancora prima delle autorità ufficiali quale l'Organizzazione Mondiale di Sanità (OMS): si tratta di 'Healthmap', che sfrutta informazioni da varie fonti tra notiziari, social network e fonti ufficiali come l'OMS stesso - come si muove un'infezione, anche una rapida e contagiosa come l'Ebola. Secondo quanto riferito su Spectrum, il giornale ufficiale della più grande associazione di innovazione tecnologica IEEE - 'Institute of Electrical and Electronics Engineers', Healthmap ha ''dato l'allarme'' al proprio staff sulla presenza di un focolaio di infezione in Guinea ben 9 giorni prima del primo allarme ufficiale diffuso dall'OMS che risale al 23 marzo. HealthMap è stato creato da due ricercatori del Children's Hospital di Boston, John Brownstein, epidemiologo e docente di pediatria e Clark Freifeld, sviluppatore di software. Healthmap è intelligente e riesce a scartare le fonti non attendibili. Siti come questo possono dunque divenire di cruciale utilità per le autorità sanitarie locali e non solo per bloccare subito l'epidemia e prevenire ulteriori contagi.

Oms, delusi da sospensione voli per paesi colpiti - L'Oms è 'delusa' dalla scelta di molte compagnie aeree di interrompere i voli verso i paesi colpiti dal virus Ebola. Lo afferma in un tweet la stessa agenzia, che ha sempre sottolineato che le misure di prevenzione sono sufficienti ad evitare i contagi.

''Siamo delusi quando le compagnie aeree fermano i voli per l'Africa occidentale - si legge -. E' difficile salvare vite se noi e gli altri operatori sanitari non possiamo raggiungerle''. L'ultimo paese a fermare gli arrivi e le partenze da e per i paesi colpiti è stato oggi il Gambia, mentre due giorni fa lo stesso annuncio era stato dato dalla Costa D'Avorio.

Lorenzin: rischio ridotto ai minimi termini in Italia - "I rischi reali di contrarre l'ebola in Italia sono veramente ridotti ai minimi termini. E' veramente difficile contrarlo in un Paese ad alto livello di igiene e tecnologico come il nostro". Il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, nel corso della trasmissione Uno Mattina, torna sul tema e ribadisce: "Dobbiamo dare informazioni esatte e corrette ai cittadini. Questo è importante perché in questi giorni si è diffusa una forma di panico nella popolazione". E'importante sottolineare, ha proseguito il ministro in merito alla preoccupazione suscitata dalla notizia dal primo decesso di una persona di origini europee, che "non si è infettata in Europa, ma si è ammalata in loco". D'altronde le misure alle frontiere italiane sono già alte. "Già da aprile abbiamo controlli a bordo aerei, negli aeroporti" ha ricordato Lorenzin. Le misure forti prese in Inghilterra "noi le adottiamo da mesi. Siamo paesi di frontiera abituati a fronteggiare rischi sanitari in situazione di continuità, in particolare da quando è iniziata l'emergenza profughi". L'Italia sta, inoltre, contribuendo agli aiuti. In particolare l'ospedale Spallanzani "ha mandato la propria unità mobile sul posto e i nostri medici stanno lavorando nelle procedure di isolamento dei malati e per quanto possibile di terapia" ha concluso.

L'epidemia di Ebola fa paura anche all'occidente, come testimonia il comportamento della Germania che ha invitato tutti i cittadini tedeschi a lasciare i Paesi colpiti. Il virus intanto non accenna a mollare la presa in Guinea, Serra Leone, Liberia e Nigeria, dove il conto dei morti si allunga in attesa dei trattamenti sperimentali 'autorizzati' dall'agenzia Onu, tra cui un vaccino sviluppato in Canada di cui saranno messe a disposizione mille dosi.

La richiesta di Berlino, ha spiegato un portavoce del ministero degli Esteri, non vale però per il personale medico. Rimarranno aperte anche le rappresentanze diplomatiche della Germania nei quattro paesi colpiti, ma ''la misura precauzionale è stata presa a causa dell'emergenza sanitaria che continua a mietere vittime in Africa occidentale''.

In realtà la Germania e tutti gli altri paesi che non confinano con quelli colpiti sono, ha precisato l'Oms, nella fascia minore rischio di trasmissione, mentre quelli considerati ad alto rischio condividono almeno un confine con i quattro dove l'epidemia è attiva. L'agenzia ha registrato tra il 10 e l'11 agosto 128 nuovi casi e 56 morti, con il computo totale arrivato a 1.975 casi e 1.069 morti. ''Le operazioni di sorveglianza in Guinea, Nigeria e Sierra Leone hanno permesso di identificare e seguire tra il 94% e il 98% dei contatti avuti dai nuovi casi - spiega il comunicato dell'Oms - mentre in Liberia si stanno facendo sforzi per rafforzare queste pratiche, anche se nell'area servono aiuti ulteriori. L'esercito liberiano ha recentemente messo in quarantena una terza provincia del paese come parte dello sforzo per fermare la trasmissione''.

Le speranze dei paesi africani sono riposte nei trattamenti sperimentali, il cui uso è stato dichiarato 'etico' dal comitato di esperti riunito ieri dall'agenzia, che però sono disponibili in quantità limitata. Il primo paese a farsi avanti, dopo che l'azienda produttrice del siero 'miracoloso' ZMapp ha dichiarato di aver esaurito le scorte, è stato il Canada, che ha messo a disposizione 800-1.000 dosi di un vaccino che ha dato buoni risultati sugli animali e che saranno usate probabilmente per gli operatori sanitari. ''Vediamo il vaccino come una risorsa globale - spiega Greg Taylor, direttore dell'agenzia canadese per la salute - qualcosa che dobbiamo mettere sul tavolo per trovare il modo migliore per renderlo utile, e stiamo cercando il modo di farlo il più velocemente possibile''.

Il tweet dell'Organizzazione mondiale della sanità

 Scoppiata in Guinea nel dicembre 2013, è la piu grave mai registrata. I Paesi colpiti sono Guinea, Liberia, Sierra Leone e più recentemente Nigeria. All'8 agosto, il bilancio era di 961 morti. 

Infografica: i Paesi colpiti

SCHEDA, I TRATTAMENTI IN STUDIO - Ci sono almeno tre farmaci e un vaccino contro Ebola, sviluppati con contributi del dipartimento della difesa Usa, che hanno dato buoni risultati nei test sugli animali e potrebbero entrare velocemente nella fase clinica dei test. - FARMACI: il piu' 'famoso' e' il siero ZMapp, che e' stato usato sui due missionari statunitensi rimpatriati dopo l'infezione, che stanno migliorando, e probabilmente anche su quello spagnolo rimpatriato a Madrid, che invece è morto. Il siero, prodotto nelle piante di tabacco ingegnerizzate, e' costituito da tre anticorpi monoclonali, proteine che si legano alle cellule infette favorendo la reazione del sistema immunitario. Al momento, hanno avvertito i produttori, sono disponibili pochissime dosi, tutte distribuite in Liberia, e una produzione su scala ampia richiederebbe almeno due mesi di preparazione.

Un'altra terapia, basata pero' su piccoli frammenti di Rna che si legano al virus impedendogli la replicazione, era entrata nella fase dei test sull'uomo, ma l'Fda l'aveva interrotta per l'emergere di alcuni effetti collaterali. Ora l'agenzia statunitense ha eliminato in parte il blocco. Scimmie trattate con il farmaco dopo l'infezione hanno mostrato un tasso di guarigione dell'82% se curate entro le prime 48 ore dall'infezione. Un farmaco simile e' sviluppato dalla statunitense Sarepta, ed e' gia' all'inizio della fase di sperimentazione sull'uomo. - VACCINI: quello piu' avanzato e' prodotto dalla Profectus BioSciences, che ha dato risultati soddisfacenti sulle scimmie ma non e' mai stato sperimentato sull'uomo. Una versione simile, messa a punto da ricercatori universitari canadesi, e' stata usata nel 2009 per una ricercatrice che si era punta con una siringa contenente il virus, che non si e' infettata. Pochi giorni fa l'Nih statunitense ha annunciato l'avvio di un proprio studio sull'uomo di un vaccino a settembre, prodotto dalla multinazionale britannica Gsk.

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