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Il generale iraniano che ha guidato l'attacco

Il generale iraniano che ha guidato l'attacco

Amir Ali Hazijadeh, capo della Forza aerospaziale dei pasdaran

ISTANBUL, 15 aprile 2024, 19:07

Filippo Cicciù

ANSACheck

L 'Ayatollah Ali Khamenei con Amir Ali Hajizadeh © ANSA/EPA

Quando il 10 aprile, durante un discorso alle forze armate, la Guida suprema della Repubblica islamica Ali Khamenei dichiarava che lo Stato ebraico sarebbe stato presto punito, le telecamere della tv di Stato iraniana inquadravano il volto sorridente di Amir Ali Hajizadeh, il comandante delle forze aerospaziali delle Guardie della rivoluzione. Un dettaglio sottolineato da vari analisti, che vedono nel generale una delle menti dell'attacco sferrato dall'Iran contro Israele come ritorsione per l'uccisione di 7 membri dei pasdaran in un raid il primo aprile contro l'ambasciata iraniana di Damasco.
    "C'è stato un tempo quando il nemico era in una posizione di attacco e noi eravamo in difesa ma oggi sono i nostri nemici che devono potenziare i loro sistemi difensivi per opporsi a noi", dichiarava la scorsa estate Hajizadeh, che dagli anni '80 è coinvolto nel programma missilistico iraniano e dal 2009 è il capo delle forze aerospaziali dei pasdaran. Originario di Karaj, entra nelle Guardie della rivoluzione come tiratore scelto poco più che ventenne e partecipa alla guerra con l'Iraq, occupando posizioni di spicco nelle divisioni dell'artiglieria e dei missili terra-terra. Il punto di svolta nella sua carriera pare essere stato l'incontro con Hassan Tehrani Moghaddam, fondatore del programma iraniano sui missili balistici. È lui che propone, nel 1984, di affidare a Hajizadeh l'organizzazione di una piccola unità dei pasdaran, la 'Hadid', in una missione di addestramento in Siria sull'uso dei missili libici Scud B. Da quel momento, il generale diventa parte integrante del programma missilistico della Repubblica islamica e pare che nel 1986 sia andato in Corea del Nord con una missione dei pasdaran che aveva lo scopo di acquisire tecnologia per i missili.
    La sua carriera cresce di pari passo allo sviluppo del programma missilistico iraniano, un percorso ad ostacoli, iniziato con l'acquisizione di armi da altri Paesi, come la Libia e la Siria, per poi procedere nella direzione di una produzione domestica, spesso colpita da incidenti o sabotaggi attribuiti ad Israele. Hajizadeh nel 2005 diventa vice comandante della difesa aerea dell'aeronautica militare delle Guardie delle Rivoluzione mentre nel 2009, dopo una riorganizzazione della struttura militare, assume la guida della forza aerospaziale che sviluppa vettori di lancio satellitare e tecnologie per i missili balistici, anche a lunga gittata.
    "Possiamo colpire le navi da guerra americane entro un raggio di 2.000 km e abbiamo mantenuto questo raggio per rispetto verso l'Europa, sperando che eviti irriverenze nei nostri confronti", dichiarava un anno fa il comandante, promettendo di volere uccidere l'ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, per l'operazione da lui ordinata che il 3 gennaio del 2020 fece fuori in Iraq l'ex comandante delle forze Qods, Qassem Soleimani. A pochi giorni da quel raid americano, una delle unità sotto il comando di Hajizadeh abbatteva il Boeing 737-800 della Ukraine International Airlines poco dopo che si era alzato in volo da Teheran, uccidendo 176 persone. Fu lo stesso Hajizadeh ad ammettere che l'aereo era stato colpito per errore, scambiandolo per un mezzo militare ostile, nel contesto delle tensioni dopo l'uccisione di Soleimani. 
   

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