Dall'8 al 14 marzo, quasi
17.000 persone hanno abbandonato Port au Prince, capitale di
Haiti, a causa della violenza persistente e di un aumento degli
attacchi armati.
Partendo dal dato concreto dell'avvio, a partire dal 29
febbraio, di nuove operazioni dei gruppi criminali agli ordini
di Jimmy Chérizier con l'obiettivo di costringere alle
dimissioni il primo ninistro Ariel Henry, l'Organizzazione
internazionale delle migrazioni (Oim) ha avviato un monitoraggio
sul terreno a partire dai terminal degli autobus della capitale
haitiana. Questa attività, ha reso noto l'organizzazione
attraverso il suo account X (@IOMHaiti), ha permesso di
osservare dall'8 al 14 marzo i movimenti di 16.947 persone in
uscita dall'area metropolitana di Port au Prince. La maggior
parte (60%) ha utilizzato mezzi di trasporto diretti verso i
dipartimenti del Grand Sud (Grande'Anse, Sud, Nippes e Sud-Est).
"Va notato - sottolinea l'Oim - che questa regione ospita già
più di 116.000 persone che, in grande maggioranza, sono fuggite
dalla capitale negli ultimi mesi".
Dalle interviste individuali è emerso che l'83% delle persone
se ne sono andate a causa della violenza e dell'insicurezza. Il
76% era già sfollato interno prima di lasciare Port au Prince,.
E se il 96% ha chiarito che intende restare nelle province
periferiche di Haiti, il 3% pensa di partire per la Repubblica
Dominicana e meno dell'1% di recarsi negli Stati Uniti e in
Brasile.
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