Il governo cileno ha
annunciato la sua intenzione di riprendere le espulsioni di
massa a causa dell'elevato flusso di migranti irregolari che
entrano attraverso passaggi illegali nel nord del Paese, al
confine con Perù e Bolivia.
"Voglio chiarire - ha spiegato il ministro dell'Interno
Rodrigo Delgado - che se si controllano le statistiche
dell'epoca in cui siamo riusciti a espellere, si vedrà che il
flusso migratorio a Colchane, al confine con la Bolivia, si è
ridotto". Purtroppo, ha proseguito, "quando abbiamo dovuto
smettere di espellere, l'ingresso di clandestini è aumentato".
Questo perché "c'è una relazione diretta tra le espulsioni che
abbiamo effettuato nella prima metà di quest'anno e il flusso
che è entrato clandestinamente attraverso Colchane".
Le espulsioni di migranti illegali sono state bloccate dalla
Corte suprema. In dichiarazioni a una tv Delgado ha sottolineato
che "abbiamo preso atto delle raccomandazioni della Corte
rivedendo le procedure perché siamo rispettosi delle sentenze,
ma di fronte alla nuova emergenza nelle prossime settimane
riprenderemo le espulsioni".
Il ministro ha quindi indicato che "si sta facendo uno sforzo
enorme per affrontare il problema dell'immigrazione", sia con un
"consistente rafforzamento del contingente di 'carabineos' di
stanza nell'area di Colchane", sia ricorrendo a risorse
finanziarie di emergenza.
Questo soprattutto dopo che il sindaco di Colchane, Javier
García, ha definito una "valanga umana" il numero di migranti
irregolari che hanno attraversato il confine con il Cile vicino
alla sua città.
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