Il capo dello stato maggiore
congiunto americano, Mark Milley, era così scosso dall'idea che
Donald Trump ed i suoi alleati avrebbero tentato un golpe o
preso altre pericolose misure illegali dopo la sconfitta
elettorale dell'allora presidente, che aveva pianificato -
insieme ad altri alti ufficiali - vari modi per fermarli. E'
quanto emerge da alcune anticipazioni ottenute dalla Cnn di un
nuovo libro che verrà pubblicato martedì prossimo.
Nel libro, dal titolo "I Alone Can Fix It" (Solo io posso
aggiustarlo), gli autori - i giornalisti del Washington Post
Carol Leonnig e Philip Rucker - scrivono tra l'altro che Milley
e gli altri capi di stato maggiore parlarono di un piano che
prevedeva le dimissioni - annunciate separatamente - di ciascuno
di loro pur di non seguire ordini provenienti dalla Casa Bianca
che avessero giudicato illegali, pericolosi o imprudenti.
Il libro, riporta la Cnn, verte sull'ultimo anno di Trump in
carica ed offre una visione dietro le quinte di come gli alti
funzionari dell'amministrazione e la cerchia ristretta di Trump
hanno gestito il suo comportamento sempre più instabile dopo la
sconfitta elettorale.
Leonnig e Rucker, che hanno intervistato Trump per più di due
ore, raccontano come per la prima volta nella storia moderna
degli Stati Uniti il ;;massimo ufficiale militare del Paese - il
cui ruolo è quello di consigliare il presidente - si stesse
preparando ad una resa dei conti con il comandante in capo
perché temeva un tentativo di colpo di Stato dopo la sconfitta
di novembre alle urne.
In particolare, spiegano gli autori, Milley temeva che
qualcosa di sinistro stesse per accadere alla luce della
decisione post elettorale del presidente uscente di licenziare
il ministro della Difesa Mark Esper e delle dimissioni del
Procuratore generale William Barr.
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