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Il portavoce di Putin: Navalny ha manie di persecuzione

Il portavoce di Putin: Navalny ha manie di persecuzione

Mosca convoca alcuni ambasciatori di alcuni Paesi Ue e annuncia sanzioni contro funzionari europei

MOSCA, 22 dicembre 2020, 11:42

Redazione ANSA

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L 'oppositore russo Aleksey Navalny © ANSA/EPA

L 'oppositore russo Aleksey Navalny © ANSA/EPA
L 'oppositore russo Aleksey Navalny © ANSA/EPA

Il ministero degli Esteri russo ha convocato gli ambasciatori di Germania, Francia e Svezia per le sanzioni Ue imposte ad alcuni alti funzionari russi per l'avvelenamento dell'oppositore Aleksey Navalny. Lo riporta l'agenzia di stampa statale russa Ria Novosti. Il ministero degli Esteri russo ha annunciato sanzioni contro alcuni funzionari europei in risposta alle misure restrittive imposte dall'Ue ad alcuni alti dirigenti di Mosca per l'avvelenamento dell'oppositore russo Aleksey Navalny. La Russia ha ampliato l'elenco dei funzionari europei a cui è proibito l'ingresso nel Paese, precisa Ria Novosti. Il ministero degli Esteri russo definisce "illegittime" le sanzioni Ue contro la Russia per il caso Navalny.

 Intanto il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, ha accusato l'oppositore Aleksey Navalny di soffrire di "mania di persecuzione" e "mania di grandezza". Le parole di Peskov, che sottolinea che si tratta di "un punto di vista personale", arrivano dopo che il dissidente ha pubblicato una presunta telefonata con un supposto agente dell'Fsb che avrebbe ammesso le responsabilità dei servizi russi nel suo avvelenamento.

Aleksey Navalny afferma di aver ottenuto una prova inconfutabile delle responsabilità del Cremlino e dei suoi servizi segreti nell'avvelenamento che l'ha tenuto a lungo in bilico tra la vita e la morte. A fornirgli la chiave del misterioso avvelenamento sarebbe stato proprio un ufficiale dell'Fsb cadendo in pieno nel tranello telefonico tesogli dall'avversario numero uno di Vladimir Putin. L'agente non solo avrebbe di fatto confessato l'operazione ordita dall'intelligence per far fuori il dissidente ma avrebbe suggerito che la tossina potrebbe essere stata applicata sulle mutande dell'oppositore. In serata, l'Fsb ha però bollato la telefonata di Navalny come "un falso" e l'inchiesta come "una provocazione pianificata" che "non avrebbe potuto aver luogo senza il supporto organizzativo e tecnico di intelligence straniere". Fatto sta che Navalny ha pubblicato su internet un video in cui racconta di aver telefonato ad alcuni agenti del servizio russo erede del Kgb sospettati di essere coinvolti a diverso titolo nel suo caso. A due di questi si è presentato con una falsa identità, quella di Maxim Ustinov: un inesistente aiutante del segretario del Consiglio di sicurezza Nikolai Patrushev, un fedelissimo di Putin e di certo tra le persone più potenti della Russia.

Colto alla sprovvista, dopo qualche tentennamento Konstantin Kudryavtsev avrebbe abboccato. Almeno questo è quello che racconta Navalny, che dice di aver effettuato la chiamata alle sei del mattino occultando il proprio numero e facendo apparire al destinatario un'utenza simile a quelle usate dai servizi segreti. Navalny ha messo in rete una registrazione audio, un video e una trascrizione della telefonata. Resta però impossibile confermare l'identità della persona che risponde all'altro capo del telefono per ben 49 minuti. L'oppositore russo si è sentito male il 20 agosto ed è collassato su un aereo in volo tra Tomsk e Mosca. Pensando apparentemente di parlare con un superiore incaricato di redigere un rapporto sul caso, il presunto Kudryavtsev dice che se quel giorno i piloti dell'aereo su cui volava l'oppositore non avessero effettuato l'atterraggio di emergenza così velocemente e se gli operatori sanitari non fossero intervenuti tanto prontamente, "il risultato sarebbe stato diverso". Navalny insomma sarebbe morto. Sarebbe stato questo il vero obiettivo del Cremlino: uccidere il dissidente, non intimidirlo. "Ho chiamato il mio assassino. Ha confessato tutto", afferma Navalny su Twitter. In realtà, l'uomo che viene identificato come Kudryavtsev dice di non aver partecipato all'avvelenamento vero e proprio. Sarebbe stato invece mandato due volte in Siberia per eliminare le possibili tracce del veleno dagli abiti dell'oppositore.

   

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