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Covid: oltre 67 milioni di casi nel mondo

Covid: oltre 67 milioni di casi nel mondo

Germania: 'Le misure adottate finora non bastano'

ROMA, 07 dicembre 2020, 13:20

Redazione ANSA

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Germania (Foto d 'archivio) © ANSA/EPA

Germania (Foto d 'archivio) © ANSA/EPA
Germania (Foto d 'archivio) © ANSA/EPA

I casi di coronavirus a livello globale hanno superato la soglia dei 67 milioni: è quanto emerge dai dati della Johns Hopkins University. Secondo l'università americana ad oggi si registrano nel mondo 67.073.749 contagi, inclusi 1.536.072 morti. Le persone guarite dall'inizio della pandemia sono 43.103.827.

Le misure finora adottate in Germania per affrontare la seconda ondata di coronavirus "non bastano". È quello che ha detto il ministro dell'Economia, Peter Altmaier, annunciando la necessità di nuove consultazioni nei prossimi giorni, e nelle prossime settimane, per affrontare la situazione. Lo sviluppo dei numeri delle nuove infezioni "è ben lontano dalle nostre attese", ha affermato.

I dati del Robert Koch Institut sono "preoccupanti", e mostrano che il numero delle nuove infezioni da Covid "resta molto alto" e addirittura a tratti "aumenta". Lo ha detto il portavoce di Angela Merkel, Steffen Seibert, affermando che "è giusto" che le regioni in cui la situazione è più grave rafforzino le misure. L'appello è a "mantenere la disciplina" e a "ridurre il più possibile i contatti al minimo", ha aggiunto, soprattutto in vista delle festività di Natale. Il governo "non sottovaluta" la situazione, così come la gran maggioranza dei cittadini, ha rimarcato il portavoce, sottolineando che la seconda ondata di una pandemia è generalmente "più dura" e "più dolorosa" della prima.

Scatteranno domani mattina, come già annunciato, le prime vaccinazioni anti Covid nel Regno Unito, primo Paese occidentale ad aver dato il via libera alla somministrazione pubblica e primo al mondo ad aver autorizzato il prototipo di nuova concezione elaborato dai laboratori tedeschi BioNTech in partnership con il colosso farmaceutico americano Pfizer. Lo confermano in queste ore Matt Hancock, ministro della Salute del governo di Boris Johnson, che parla di "un V-Day" nella lotta contro la pandemia, e i vertici del servizio sanitario nazionale del Regno (Nhs), precisando tuttavia che l'operazione richiederà mesi. "Sarà una maratona, non uno sprint", ha ribadito il professor Stephen Powis, direttore medico dell'Nhs e fra i consulenti di punta del governo, ricordando che s'inizierà dalle case di riposo (degenti e personale) e subito dopo da tutti gli ultraottantenni del Paese e da medici e infermieri in prima fila. Al momento il Regno ha ricevuto circa 800.000 vaccini, ma ne ha preordinati solo dalla Pfizer 40 milioni destinati a garantire la prima dose e il richiamo a 20 milioni di persone. Un quantitativo che dovrebbe permettere di coprire gran parte delle 9 categorie prioritarie inserite (per età e vulnerabilità) nella fase 1 della campagna, fino agli over 50. Con "la stragrande maggioranza" dei gruppi più a rischio (in cui rientrano la regina e il principe Filippo, 94 e 99 anni) vaccinati "fra gennaio, febbraio e marzo" secondo i calcoli della Nhs. Per questo Powis ha invitato la gente a non attendersi convocazioni di massa in pochi giorni: gli aventi diritto saranno contatti di persona e gradualmente dal sistema sanitario.

In Russia nelle ultime 24 ore sono stati registrati 28.142 casi di coronavirus, portando il totale delle infezioni a quota 2.488.912 in totale. I morti sono stati invece 456, per un totale di 43.597. Lo riporta il centro nazionale per la lotta al virus nel suo bollettino quotidiano, ripreso dai media.

L'Iran ha registrato 10.827 nuovi casi di coronavirus nelle ultime 24 ore che portano il numero totale a 1.051.374: lo ha reso noto oggi la portavoce del ministero della Sanità, Sima Lari, nel suo bollettino quotidiano. I decessi sono stati 284 per un totale di 50.594 morti. "Ci sono 5.796 pazienti in terapia intensiva e 742.955 persone in via di guarigione. I tamponi complessivi condotti sono stati 6.432.228", ha aggiunto.

Il governo australiano sta addestrando cani da fiuto per individuare passeggeri positivi al coronavirus in arrivo negli aeroporti del Paese. Al progetto, in corso presso l'Università di Adelaide, collaborano le autorità Australian Border Force e il dipartimento di Biosecurity, oltre a servizi di emergenza e partner internazionali. I cani imparano a riconoscere uno specifico odore in campioni di sudore e sono introdotti a campioni positivi al virus da 'memorizzare', in un metodo simile all'addestramento dei cani antidroga. L'obiettivo è di utilizzarli dall'inizio del prossimo anno negli aeroporti per i viaggiatori internazionali parallelamente ai test diagnostici prescritti (PCR), ha detto all'agenzia di stampa AAP la responsabile del progetto, Susan Hazel, della scuola di scienze animali e veterinarie della stessa università. "Sperimentazioni internazionali mostrano che i cani possono essere efficaci nell'individuare il virus anche in persone pre-sintomatiche", ha aggiunto. Nella prossima fase, ricercatori internazionali cercheranno di isolare l'odore del virus che i cani hanno imparato a riconoscere.


   

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