"Dieci secondi? Magari!". Nella sua casa nel Kibbutz di Nirim (a due chilometri della striscia di Gaza) la nonnina Adele Raemer per mettersi in salvo in caso di attacchi deve passare dalla stanza di lavoro fino al 'Mamad', la stanza protetta. "Se reagisco al volo - dice all' ANSA - sono quattro secondi". Poi si tiene pronta alla possibile esplosione di un razzo o di un colpo di mortaio nel Kibbutz.
Per la doccia, aggiunge, sono necessarie vere e proprie 'manovre' perche' non è mai dato sapere quando scatterà l'allarme. Nel suo bagno il pavimento è ruvido, per non scivolare. L'asciugamano - spiega nel suo blog su Facebook 'Life on the border' - è lasciato in posizione strategica per consentirle di afferrarlo se deve lanciarsi nel 'Mamad'. La figlia e le nipotine (Ziv più grande, Raz ancora bebè), che abitano nello stesso Kibbutz, dormono sempre assieme ai genitori, tutti stretti nel 'Mamad'. La sera, prima di fare la doccia, il padre controlla gli aggiornamenti di sicurezza sul fronte. "Se la situazione pare calma - spiega Adele - la doccia è piu' lunga. Se c'è tensione sul fronte, si fa in fretta". In passato, in situazioni di emergenza, la figlia di Adele lasciava Nirim. Ma adesso è rimasta. Non vuole più fare "la sfollata".
"Gli abitanti di Gaza - nota Adele - sono alla fame. Non hanno corrente elettrica. Per uscire da questa situazione bisognerebbe rilanciare la loro economia". Lei glielo direbbe al premier Benyamin Netanyahu "se solo una volta venisse fra noi". Intanto a Nirim fervono i preparativi per il giorno dell' Indipendenza, il 9 maggio. Con un "solo desiderio. Quest'anno niente fuochi di artificio. Ne abbiamo avuti fin troppi".
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